Grasset*Trois femmet et trois loups |
Le nubi corrono rapide sopra la luna,
La casa è sferzata come da un flagello,
Il comignolo trema sotto la raffica.
Una notte come questa, quando l'area allenta
La sua vigile stretta su sangue e cervello,
Vecchi terrori di dio o di fantasma
Tornano in vita strisciando dalle loro caverne;
E Ragione s'avvede d'abitare
Una casa infestata. Ignoti casigliani
Affermano il loro squallido diritto di peccato
Con un titolo più antico del suo.
Presenze incorporee, affollata
Profanazione e rimorso del Tempo,
Sfuggite all'oblio, ripetono
Gli orrori del delitto sconsacrato.
C'è chi tenta di placare con preghiere l'ombra
I cui passi invisibili calcano il pavimento,
La cui paurosa irruzione sale le scale
O forza la serratura della porta vietata.
C'è chi ha veduto cadaveri interrati da tempo
Sottrarsi alla santa vigilanza,
Pallide forme sepolcrali; e ha perfino udito
Gli striduli lamenti d'un'anima in pena,
Errabonda sin che l'alba non abbia varcato
La tenebra dogliosa, e la terra stretto
Più a sé il manto sparso d'uragano, e cacciato
I lugubri fantasmi nella tomba.
3 commenti:
Brr. Potente e suggestiva.
Mi piacciono le streghe, i lupi e le anime pallide dei morti che vagano per terre sconsacrate in cerca di pace, o forse di vendetta.
Tifo per la fascinosa Irrazionalità
di questo periodo di buio creatore di nuova vita.
Buona vigilia di Ognissanti, carissima Francesca!
Qui "l'estate fredda dei morti" non c'è, piove a dirotto, ma comunque Buon Ognissanti Rose!
Brutto anche qui, anche se non freddo... aspettiamo San Martino per un raggio di sole.
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