Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 5 ottobre 2010

Fanciullo mendico di Giovanni Pascoli

Karl August Von Pettenkofen Ho nel cuore la mesta parola
d'un bimbo ch'all'uscio mi viene.
Una lagrima sparsi, una sola,
per tante sue povere pene;
e pur quella pensai che vanisse
negl'ispidi riccioli ignota:
egli alzò le pupille sue fisse,
sentendosi molle la gota.
E io, quasi chiedendo perdono,
gli tersi la stilla smarrita,
con un bacio, e ponevo il mio dono
tra quelle sue povere dita.
Ed allora ne intesi nel cuore
la voce che ancora vi sta:
Non li voglio: non voglio, signore,
che scemi le vostra pietà.
E quand'egli già fuor del cancello
riprese il solingo sentiero,
io sentii, che, il suo grave fardello,
godeva a portarselo intiero:
e chiamava sua madre, che sorta
pareva da nebbie lontane,
a vederlo; poi ch'erano, morta
lei, morta! ma lui senza pane.

2 commenti:

Rose ha detto...

Non so perché, Francesca, ma spesso leggo le poesie come se fossero un tuo diario, come se riguardassero te in prima persona.
Hai incontrato un bambino che chiedeva l'elemosina?
E se no, come mai oggi hai scelto questo componimento?

Un abbraccio, un augurio felice per domani

Francesca Vicedomini ha detto...

No Rose, davvero non ho una vita che mi ispiri delle poesie, che carina che sei, stavo solo cincischiandomi con Pascoli quando ho trovato questa poesia che mi ispirava l'autunno....vado un pò a come sento le cose questo sì...un bacio e buona giornata!