Albert Chevallier Tayler/Christmas Tree/1911 |
lontani, o creature
chiuse dentro gli avelli,
o fantasmi scomparsi
dell’oblìo nelle immense sepolture:
a voi tendo le braccia,
a voi volgo smarrita
la lagrimosa faccia,
a voi, che me vedeste
il limitare ascender della vita.
Oh tornatemi intorno!
oh ch’io da voi, siccome
in quel lontano giorno,
dir oda: - È l’ora, vieni,
vieni! - e chiamarmi oda da voi per nome.
La mia piccola mano
teneramente presa
- come in quel dì lontano -
io senta dalle vostre,
e sia notte, e laggiù brilli la chiesa.
Così per l’ampia strada
piena d’ombre e misteri
da voi protetta io vada
nulla temendo, e siano
tutti pieni di luce i miei pensieri.
Io non sappia che oscuro
d’imminenti procelle
ci sta sopra il futuro;
io sogni come allora,
in quella notte, un gran sogno di stelle.
Nulla io sappia del folle
mondo; di forsennate
stragi per poche zolle,
di madri che ai figliuoli
tendono invan le braccia disperate;
nulla io sappia e soltanto
come allora, nel suono,
o piuttosto nel canto
delle campane, io senta
una grande promessa e un gran perdono.
2 commenti:
Et in terra pax hominibus bonae voluntatis.
Particolare la commistione tra vivi e morti, nella celebrazione del Natale.
Anche a te buona settimana di Natale, cara Francesca.
Ed è giusto sia così, i miei genitori li sento molto vicini sempre e ancor di più in questi giorni...
Buona giornata mia cara!
Posta un commento