Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 23 gennaio 2009

La tempesta di Piero Bigonciari

Tamara De Lempicka
Forse è questa l'ora di non vedere
se tutto è chiaro, forse questa è l'ora
ch'è solo di sé paga, ed il tuo incanto
divaga nell'inverno della terra,
nell'inferno dei segni da capire.
Ma non farti vedere dimostrare
ancora le tue formule, è finita
l'orgia dei risultati rispondenti
alle cause. Sei sola, batti i denti
accosto ai vetri nevicati, tetri.
Divergono in un morbido riaccendersi
d'altro sangue i destini che ci unirono.
Tu li ricordi come - in queste tarde
ore che riscoccano dalla pendola -
in un fuoco di tocchi, in un orrendo
scatenarsi, dai tuoi armadi, di bambole.
La nostra vita, catturata, vedi,
mentr'era armata solo di silenzio,
come dai parafulmini ridesti
da un lampo, trova il filo da seguire
per non morire restando se stessa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

i cuori gonfi
sono i più puri
arrancano sincopando gli amori
ed elaborano i lutti
coloro che sanno
coloro a cui il senno
e il conto della sabbia
prima o poi si ferma


Gujil

Francesca Vicedomini ha detto...

Gujil....