Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 5 dicembre 2010

Dicembre di Vittoria Aganoor

Laurets Andersen Ring/1888
Qua e là per la campagna irti si drizzano
al cielo i rami delle piante esauste.
Piove; incombe sull’ampia solitudine
desolata, il silenzio.
Sulla deserta immensità dell’anima
talor mute così piovon le lagrime;
umane braccia così al ciel protendonsi
talora, emunte e supplici.

3 commenti:

veronica ha detto...

Splendida. La dedico ad un amore perso...!

Rose ha detto...

Le lacrime come braccia, a supplicare il cielo.
Le lacrime come gocce di pioggia, a ricordare alla Terra la nostra umanità.

Domani ti penserò, cara Francesca.
Tutti i miei auguri.

Francesca Vicedomini ha detto...

Buongiorno Rose e Veronica, grazie del pensiero.