Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 18 dicembre 2010

Il vecchio Natale di Marino Moretti

Toth Gabor Mentre la neve fa, sopra la siepe,
un bel merletto e la campana suona,
Natale bussa a tutti gli usci e dona
ad ogni bimbo un piccolo presepe.
Ed alle buone mamme reca i forti
virgulti che orneran furtivamente
d'ogni piccola cosa rilucente:
ninnoli, nastri, sfere, ceri attorti...
A tutti il vecchio dalla barba bianca
porta qualcosa, qualche bella cosa.
e cammina e cammina senza posa
e cammina e cammina e non si stanca.
E, dopo avere tanto camminato
nel giorno bianco e nella notte azzurra,
conta le dodici ore che sussurra
la mezzanotte e dice al mondo: È nato!

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non è il Babbo Natale della Coca Cola, il vecchio, anche se ha la barba bianca.
Porta solo simboli, "qualche bella cosa", e non la Casa al Mare di Barbie e la Playstation.

Di nuovo, buon weekend.

Rose ha detto...

L'Anonimo ero io: ho sbagliato l'invio (notare la rima ;)).

Francesca Vicedomini ha detto...

Non ci sono più i Babbi Natale di una volta, a chi troppo e a chi niente! Buona domenica Rose!

Francesca Vicedomini ha detto...

...che poi è sempre stato così. Mio nonno mi raccontò una storia che mi fece stare male (non so dove lui l'avesse sentita).
Un bambino povero (era figlio dei servitori del bimbo ricco) non aveva mai avuto nulla, allora il padre intagliando del legno gli fabbricò un pupazzo, e lui andò a fare gli auguri ai padroni, quando il bimbo ricco, che sotto l'albero aveva ogni ben di Dio....

Francesca Vicedomini ha detto...

..vide il pupazzo lo volle ad ogni costo, così il bambino servitore cedette al bambino padrone l'unica cosa che aveva...brutta storia eh!
Di nuovo buona giornata mia cara...

Rose ha detto...

È vero, Francesca. Che ingiustizia crudele, povero bambino.
Speriamo che non ci manchino mai il senso della solidarietà e della comprensione.