Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 26 dicembre 2010

Inverno di Attilio Bertolucci

Maurice Cullen/St.Lawrence street
Inverno, gracili sogni
sfioriscono sugli origlieri,
giardini lontani fra nebbie
nella pianura che sfuma
in mezzo alle luci dell’alba,
voci come in un ricordo
d’infanzia, prigioniere del gelo,
s’allontanano verso la campagna;
ninfe dagli occhi dolci e chiari
fra gli alberi spogli, sotto il cielo grigio,
cacciatori che attraversano un ruscello,
mentre uno stormo d’uccelli s’alza a volo.
Là in fondo quella casa
che ospitale appare
coperta di bianco,
in un silenzio da fiaba.
E attraverso i vetri
si vede la fiamma rossa
nel caminetto vacillare.
I treni arrivano,
è domenica, è Natale?
Più non scende lieve
sulla terra la neve.

5 commenti:

Rose ha detto...

Francesca, buona domenica.

Oggi "origlieri" mi ha messo a dura prova, ma grazie a te e a Bertolucci ho imparato una nuova parola: mai avrei immaginato che fossero cuscini!

Un saluto affettuoso.

Francesca Vicedomini ha detto...

Che brava Rose, io di primo acchito mi sono chiesta se non fossero quelli che ascoltano dietro le porte ah ah!
Buona ultima settimana d'anno.

Rose ha detto...

Sai che ci avevo pensato anch'io? :D

Pippi ha detto...

Amo dipingere, da poco ho creato un quadrino con l'idea di dargli quest'atmosfera qui, e amo la poesia. Non sono una lettrice assidua di blog, ormai non più, ma spero di ricordare di tornarci. Se no, sappi che mi è piaciuto molto :)

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie cara Pippi, spero di averti tra gli amici. Buon 2011!