Carl Larsson |
urlìo, nel marrone ho fiducia,
il verde mi trasforma in un bambino
sonnacchioso e stanco.
Amo e rifiuto
le molte impressioni.
Sono troppo delicato per essere delicato.
Per tenerezza mi sono abbandonato alla durezza.
Il bosco lo trovo un posto bello,
tra gli alberi e nel brulichio
della gente, sotto la protezione della
spensieratezza.
Illuminato dal sole,
ancorato con animo fatuo
a qualche viso,
mi vergogno
del pianto e della gaiezza,
e sono morto, se non ho paura.
Perchè tu non mi appari,
o possente? Lo sai che Mimosa vuole soffrire.
Nella fierezza, nel dominio di sè
è dissolta. In alto levata,
ricaduta, ma schiacciata, ferita,
dalla grazia baciata.
Fino a quando non riesco a disperarmi
devo lamentarmi.
Solo per beffa mi porto addosso,
nascosto sotto l'abito del trastullo,
il pugnale bene affilato,
con il cuore trafitto,
eppure senza ferita,
non toccato e [non] pregiudicato,
vacillo io e il mio essere,
che anela di uccidere,
e respinge la più sommessa attenzione.
Quasi non so quello che io dico,
le parole mi balzano fuori come leoni
dalla gabbia della bocca,
guardando attoniti,
si accucciano ai piedi della domatrice,
in preda al tremore,
e temono la timidezza, e un giorno si arriva al punto
che la goffaggine e la problematicità
sarà onorata,
i più forti
si recheranno alle case dei più deboli,
e i sopraffattori si struggeranno
per un gesto amichevole
dei vinti, invidiando
quelli a cui hanno inflitto una dura sorte.
Senza felicità non c'è stato mai nessuno.
3 commenti:
Una donna di nome Mimosa... come dev'essere "sensitiva"! ;)
Oggi pioggia, ma anche sole, e temperatura più mite.
Buon w-e.
Mimosa il giorno dopo, meglio....
Mimosa il giorno dopo, meglio....
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