Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 23 giugno 2007

L'isola di Umberto Piersanti


L'ISOLA
Ricordi il mirto, fitto tra le boscaglie,
bianchissimo e odoroso, scendere per i dirupi
sopra quel mare? e le capre
tenaci brucare il timo, l'enigma
dello sguardo che si posa
dovunque e sempre assente?
più non so il luogo dell'imbarco
come salimmo nel battello
quali erano le carte per il viaggio.
Scendevi alta per lo stradino polveroso
antica come le ragazze
che portarono i panni alle fontane
la tua carne era bruna come la loro.
Férmati nella radura dove il vento
ha disseccato e sparso i rosmarini
qui potremmo vederle se aspettiamo
immobili alle euforbie quando imbruna
vanno alla bella fonte degli aneti
giocano lì nell'acqua e tra le erbe
e mai s'è udito un pianto
sono felici.
Tu eri come loro, solo una volta
quando uscivi dal mare, ti sei seduta
nei gradini del tempio, un'ombra appena
trascorse di dolore nella faccia.
Seppi così che il tempo era finito
che tra li dei si vive
un giorno solo.
E riprendemmo il mare
normali rotte.
Qualcun altro s'imbarca, attende il turno
né l'isola sprofonda
come vorrei.
(dipinto di Boyce)

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