Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 24 giugno 2007

L'orchidea dei campi di Umberto Piersanti

Anche se sola s'alza nel greppo folto
sotto i cespugli dove la vitalba
s'intreccia alla ginestra e si confonde,
ancora sono verdi i lunghi steli
fra poco il giallo splende dappertutto,
sempre la scorgi, fitte le corolle
nell'altissimo calice, rosse e accese
è fiore delle serpi che lí tra l'erbe
escono dalle buche, strisciano intorno
viene la donna quando il cielo imbruna
il sole deve quasi strisciare i monti,
fa il nome della maga che lei pensa
nessuno nelle case la sospetta,
l'aria è limpida e queta, il solo trillo
del primo rosignolo la solca e vibra,
se non c'è persona nei campi intorno
neppure la piú lontana, quasi persa
e non s'ode una voce per i greppi,
esce la maga proprio dal lungo fiore
dice a chi l'ha chiamata cosa fare
perché l'uomo ritorni e non la lasci
ride poi forte, offende
e torna sotto
(Summer è di E. Bisson)

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