Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 6 ottobre 2008

Veglia di Giuseppe Ungaretti

Elihu VedderUn'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
1915

2 commenti:

Clode ha detto...

Una delle mie poesie preferite in assoluto! Da tutto quel dolore far nascere l'amore per la vita... e poi mi ricorda un'aria d'opera bellissima, quella della Tosca di Puccini: "...e non ho amato mai tanto la vita", che il protagonista maschile canta prima di venir ucciso, anche se lui non sa che verrà ucciso...
Beh, mi son dilungata ma questa poesia mi piace davvero moltissimo!

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie, in realtà il Cavaradossi sa che verrà ucciso, è lei Tosca quella che pensa lo faranno per finta.
La poesia è davvero bella.