io ti voglio quasi nuda
sopra un sofà tutto nero
in un boudoir tutto giallo,
come s'usava nell'anno
milleottocentotrenta.
Quasi nuda e non nuda,
la tua carne intraveduta
da una nube trasparente
di merletti che si schiude,
la tua carne dove corre
la mia bocca delirante.
Ti voglio troppo ridente
e inoltre dovrai essere
imperiosa, e cattiva
e perfida e qualcosa
di più se ti piacesse,
ma così lussuriosa!
Ah, il tuo corpo nero e rosa,
di chiar di luna soffuso!
Ah, te ne prego, posa
il gomito sul mio cuore
e il tuo corpo vittorioso,
tutto il tuo corpo che adoro.
Ah, il tuo corpo, che si corichi
sull'anima mia dolorosa
e su essa si riposi
e la soffochi se può,
e se il tuo capriccio vuole,
ancora, ancora, ancora!
splendide, gloriose,
bellamente furiose,
agitate nei loro
giovani giochi focosi,
sbatti il mio orgoglio giù, sotto
quelle tue chiappe gioiose!
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