Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 10 novembre 2008

Vita ch'io vissi di Ada Negri

William Merritt Chase La vergine ventenne
ch'io fui, splendente come torcia accesa
nel sole, ora dov'è? Del suo bel sangue
nutriva ogni atto dell'acerba vita;
e dalla gola, liberato in canto,
le sgorgava echeggiando a monte e valle.
Ove scomparve, ella che fu sì certa
di non morire? Non morì. Rimasta
è nella scabra terra
presso il fiume che mormora e serpeggia
in tortuose spire oltre le grandi
foreste: intatta giace
fra tremolii di fronde e scorrer d'acque.
Al suo rifugio gli uomini dei boschi
vengon con felci e rami di betulle:
e il battellier che approda
dall'altra sponda, fasci d'alghe e steli
d'erbe apporta, raccolti sulla riva.
Calmo è il sonno di quella ch'io già fui
nella terra che suona ancor del canto
de' miei vent'anni - e, sole o pioggia o neve,
il mio volto d'allora ha quella terra.

2 commenti:

la pizia ha detto...

...Il mio volto d'allora ha quella Terra!Nostalgia e rimpianto.
un abbraccio dal cuore
la pizia www.pensieroconcavo.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Ada, che ci riempie il cuore di sottile rimpianto, come ne 'La campanella' dove dice'torno bambina....vo con la mia mamma a messa..'Quanto lusinga il regno perduto della fanciullezza!