Christmas time*Eastman Johnson*1864 |
A Orazio Bacci
Caro Orazio, i panforti, come scudi
omerici, d'argento cesellato,
brillano nella cantera, e dallato
hanno amaretti e cavallucci, studi
incliti di Sanesi pasticcieri.
Siena! dolce paese! Oh mi si dia
di veder la città de' miei pensieri!
So che vorrei fermarmi a mezza via,
tra Fiorenza gaietta e Siena austera,
o caro Orazio mio, nel tuo Castello.
Forse vi troverei la primavera,
ora che brullo dondola l'ornello.
Così soavi ha gli occhi la tua mamma,
che governa sue tre vite leggiadre,
così pura del tuo lare è la fiamma,
così paterno è il piglio di tuo padre,
ch'io mi crederei giunto ove ho il cammino:
alfine, Orazio mio, mi crederei
giunto, tra sì gran pene, al mio destino:
là dov'è babbo e mamma e tutti i miei.
Tutti, all'infuori delle due soavi
sorelle mie di sangue e cor, che adoro;
ed amo tanto te, perché pensavi
unicamente, col tuo dono, a loro.
Basta: la notte di Natale, quando
sono pel cielo tanti gli angioletti;
se qualche groppo ne verrà, cianciando,
come uno stormo, sopra i nostri tetti,
(candidi stanno, e poi qual va, qual viene,
e nuova schiera ad ora ad or s'aduna:
li crede il volgo nuvole serene
erranti in cielo al lume della luna)
se alcuno ne verrà, sì che nel viso
possa vederlo, io gli dirò che porti,
prima ancor che nel santo paradiso,
questa novella a casa de' miei morti:
che c'è una casa in questa dolce terra
che ci vuol bene per la sua bontà.
Quelli ne goderanno di sotterra
e Dio dal Cielo vi benedirà.
Livorno, 28 decembre 1889.
(Poesie varie)
2 commenti:
Un amico amato fra tanti ricordi da rivivere con amore.
L'inverno è arrivato e il freddo è pungente.
Buon mercoledì.
Ed è arrivata la bruma mattinale!
Buona serata...
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