Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 13 gennaio 2014

Un dolce pomeriggio d'inverno di Carlo Betocchi

Francois Barraud*1932
"L'eterno corpo dell'uomo è l'immaginazione"
W. Blake
Un dolce pomeriggio d'inverno, dolce
perchè la luce non era più che una cosa
immutabile, non alba nè tramonto,
i miei pensieri svanirono come molte
farfalle, nei giardini pieni di rose
che vivono di là, fuori del mondo.

Come povere farfalle, come quelle
semplici di primavera che sugli orti
volano innumerevoli gialle e bianche,
ecco se ne andavan via leggiere e belle,
ecco inseguivano i miei occhi assorti,
sempre più in alto volavano mai stanche.

Tutte le forme diventavan farfalle
intanto, non c'era più una cosa ferma
intorno a me, una tremolante luce
d'un altro mondo invadeva quella valle
dove io fuggivo, e con la sua voce eterna
cantava l'angelo che a Te mi conduce.
(1932)

3 commenti:

Rose ha detto...

Forse ha avuto un'estasi mistica, o forse un'allucinazione.

Dolce, la fanciulla del ritratto.

Buon martedì.

Francesca Vicedomini ha detto...

Sognava dormendo con un gatto in braccio???

Rose ha detto...

Sì! sono i gatti a procurare le estasi mistiche facendo le fusa! :)