Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 16 febbraio 2011

Donna in Pisa di Mario Luzi

Rolf Armstrong*1932
Non sempre fosti sola con me, spesso guardavi
lunghe feste appassite nei canali
scorrere sotto i ponti inseguite dal tempo,
tra i pampini, tra i prati languidi e il lume
della sera discendere i fondali
e le spire del fiume.
E talvolta era incerto tra noi chi fosse assente:
spesso vedevi i limpidi tornei
snodarsi nelle vie sotto i soli d'inverno,
tra logge, tra fiori fumidi e il gelo
delle mura sospingere i trofei
nella luce d'averno.
Donna altrimenti -e niente più simile alla vita-
calda d'impercettibili passioni
velata da un vapore di lagrime ideali
nel vento, sui ponti ultimi al fuoco
delle stelle apparivi dai portali,
dietro i vetri di croco.
(Un brindisi)

3 commenti:

Rose ha detto...

Una presenza impalpabile e pervasiva. Attraverso i suoi occhi vediamo lo svolgersi della vita, le stagioni che passano. Sentiamo il suo sentire - un peccato non conoscere la città.
E alla fine è lei che ci appare, noi che la incontriamo in un notturno chiuso da vetri - che bella metafora - il cui colore ricorda il lilla dei crochi.

Buona pioggia di mezzo febbraio.

asia ha detto...

Io, invece, guardavo le feste appassite sulle tavole da sparecchiare, quegli avanzi, i bicchieri di vino ormai vuoti, le gocce rosse sulla tovaglia e il pinzimonio con i morsi ancora sospesi...(non avrei mai sparecchiato la tavola, ci avrei fatto un quadro).ciao

Francesca Vicedomini ha detto...

Eh Asia, qualche volta tocca sparecchiare...fortunati i pittori.
Buona giornata piovosa a tutte e due!