Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 4 dicembre 2012

Memoria e oblio di Pierfrancesco Zen

Jean Louis Hamon*Night
Alla memoria che erige la Storia
osannarono i vati,
ma tralasciarono, complici forse,
il dono dell'oblio
che del tempo il sentire
cancella e confonde.
Sula nera trama di Lete
scopriamo intessuti
i colori rinnovati
delle cose terrene;
squarciato quel drappo ordito
come catena e soglia divina
della cupa caverna,
accecati persino
dall'ora tranquilla del vespro
che definisce tremulo il mondo,
non lo riconosciamo
nelle rigide sue ombre.
E più non distinguiamo,
ogni cosa già è stata vista
e già dimenticata;
ciò che esiste o appare
pulsa solo nel presente.
E se così non fosse non potremmo
ogni volta aspettare
la luce del giorno,
e se così non fosse non potremmo
sopportare ancora
il pianto delle genti
di Bosnia e Giudea.
Secoli anni addietro, ieri,
molte lacrime calde
gli occhi disperati
e sbarrati su gladi
scimitarre e fucili
di pagane, ottomane
cristiane orde
riempirono, e quelle
ed altre terre
intrisero sciolte nel sangue.
Riapre le ferite,
lacerando le menti,
il Crocifisso offre
nella riconciliazione eterna
memoria ed oblio.
Rito che monda e specchia la vita.
Ma nessuno ricorda,
nessuno soffre
l'olocausto del passato,
il suo insegnamento.
Tutti, invece,
come languidi nuovi amanti
verginalmente viviamo l'attesa
del sorgere antico del sole
e tutti sopportiamo
il monotono tempo
ed il vibrante tempo
perchè nè l'uno nè l'altro
sono quello che abbiamo
vanamente trascorso.
C'è una dimensione animale
da vincere e amare:
l'immemore memoria,
lo status limbi
e, senza impaurire,
l'oscuro oblio.
Dicembre 1993

5 commenti:

Francesca Vicedomini ha detto...

Dal libro:" La storia e la possibilità di ricordare costituiscono dei valori per l'umanità, ma è la capacità di dimenticare che fa sopravvivere l'uomo ai suoi continui errori. In fondo alla caverna platonica e dietro la Croce si propaga l'eco di guerre antiche e moderne."
Buon marte...

Francesca ha detto...

O, per dirla con le parole di Hannah Arendt: "L'alto concetto del progresso umano è stato privato del suo senso storico e degradato a mero fatto naturale, sicché il figlio è sempre migliore e più saggio del padre e il nipote più libero di pregiudizi del nonno. Alla luce di simili sviluppi, dimenticare è diventato un dovere sacro, la mancanza di esperienza un privilegio e l'ignoranza una garanzia di successo."

Ciao, Francesca!

Rose ha detto...

Mi pare che Freud parlasse di rimozione... dimentichiamo il male per poterci difendere, ma giù giù, nel nostro profondo, il trauma rimane...

Questo Zen è Zen perché è Zen o perché ha questo cognome? :0

Buon cinque di dic.

Francesca Vicedomini ha detto...

Francesca hai davvero colto una citazione perfetta!
Rose, il mio carissimo amico (anche il mio avvocato, ma è secondario) Pierfrancesco, è un pacioso padre di 4 figli, si diletta a scrivere poesie, proprio la prossima sera del 12, saremo alla presentazione del suo nuovo libro.
Si chiama proprio ZEN, qui è un nome comunissimo, come d'altronde PAN (il sindaco si chiama PAN), e davvero davvero ci sono molti PIERO PAN devo tradurre???
Buon mercore in attesa di Attila, azz Attila è anche il gatto della mia vicina che viene sempre in visita a casa mia, fa un giretto, sta un'ora sul sofà e poi mi guarda e si avvicina alla porta: visita conclusa....

Rose ha detto...

Grazie della spiegazione, Francesca! Buona presentazione, allora! Tra l'altro, uno dei libri più interessanti che abbia mai letto è Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta.

È già passato Attila? ;)