Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 8 aprile 2014

Arcobaleno di Ardengo Soffici

Kees Van Dongen*1908
Inzuppa 7 pennelli nel tuo cuore di 36 anni finiti ieri,
 7 aprile,
E rallumina il viso disfatto delle antiche stagioni.
Tu hai cavalcato la vita come le sirene nichelate dei caroselli 
da fiera,
In giro,
Da una città all'altra, di filosofia in delirio,
D'amore in passione, di regalità in miseria:
Non c'è chiesa, cinematografo, redazione o taverna che tu
non conosca;
Tu hai dormito nel letto d'ogni famiglia.
Ci sarebbe da fare un carnevale
Di tutti i dolori
Dimenticati, con l'ombrello, nei caffè d'Europa,
Partiti tra il fumo, coi fazzoletti, negli sleeping-cars diretti al 
nord, al sud.
Paesi, ore,
Ci son delle voci che accompagnan pertutto come la luna 
e i cani;
Ma anche il fischio di una sirena
Che rimescola i colori del mattino
E dei sogni
Non si dimentica, né il profumo di certe notti affogate nelle 
ascelle di topazio.
Queste fredde giunchiglie che ho sulla tavola accanto all'in
chiostro,
Eran dipinte sui muri della camera n.19 nell'Hôtel des Anglais 
a Rouen:
Un treno passeggiava sul quai notturno
Sotto la nostra finestra
Decapitando i riflessi delle lanterne versicolori
Tra le botti del vino di Sicilia;
E la Senna era un giardino di bandiere infiammate.

Non c'è più tempo:
Lo spazio
E' un verme crepuscolare che si raggricchia in una goccia di 
fosforo:
Ogni cosa è presente:
Come nel 1902 tu sei a Parigi in una soffitta,
Coperto da 35 centimetri quadri di cielo
Liquefatto nel vetro dell'abbaino;
La Ville t'offre ancora ogni mattina
Il bouquet fiorito dello Square de Cluny;
Dal boulevard Saint-Germain, scoppiante di trams e d'autobus,
Arriva, la sera, a queste campagne, la voce briaca della giorna
laia
Di rue de la Harpe:
"Pari-cûrses", "l'Intransigeant", "la Presse".
Il negozio di Chaussures Raoul fa sempre concorrenza alle 
stelle;
E mi accarezzo le mani tutte intrise dei liquori del tramonto
Come quando pensavo al suicidio vicino alla casa di Rigoletto.

Sì, caro!
L'uomo più fortunato è colui che sa vivere nella contingenza 
al pari dei fiori:
Guarda il signore che passa
E accende il sigaro, orgoglioso della sua forza virile
Recuperata nelle quarte pagine dei quotidiani,
O quel soldato di cavalleria, galoppante nell'indaco della 
caserma
Con una ciocchetta di lilla fra i denti.

L'eternità splende in un volo di mosca.

Metti l'uno accanto all'altro i colori dei tuoi occhi;
Disegna il tuo arco:
La storia è fuggevole come un saluto alla stazione;
E l'automobile tricolore del sole batte, sempre più invano,
            il suo record fra i vecchi macchinari del cosmo.
Tu ti ricordi, insieme ad un bacio seminato nel buio,
D'una vetrina di libraio tedesco, Avenue de l'Opéra,
E della capra che brucava le ginestre
Sulle ruine della scala del palazzo di Dario a Persepoli.
Basta guardarsi intorno
E scriver come si sogna,
Per rianimare il volto della nostra gioia.

Ricordo tutti i climi che si son carezzati alla mia pelle 
d'amore,
Tutti i paesi e civiltà
Raggianti al mio desiderio:
Nevi,
Mari gialli,
Gongs,
Carovane:
Il carminio di Bombay e l'oro bruciato dell'Iran
Ne porto un geroglifico sull'ala nera.
Anima girasole, il fenomeno converge in questo centro di danza;
Ma il canto più bello è ancora quello dei sensi nudi.

Silenzio, musica meridiana,
Qui e nel mondo, poesia circolare:
L'oggi si sposa col sempre
Nel diadema dell'iride che s'alza.
Siedo alla mia tavola, e fumo e guardo:
Ecco una foglia giovane che trilla nel verziere difaccia;
I bianchi colombi volteggiano per l'aria come lettere d'amore 
buttate dalla finestra:
Conosco il simbol, la cifr, il legame
Elettrico
La simpatia delle cose lontane;
Ma ci vorrebbero della frutta, delle luci e delle moltitudini
Per tendere il festone miracolo di questa pasqua.
Il giorno si sprofonda nella conca scarlatta dell'estate;
E non ci sono più parole
Per il ponte di fuoco e di gemme.

Giovinezza, tu passerai come tutto finisce al teatro.
Tant pis! Mi farò allora un vestito favoloso di vecchie affiches.
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Simultaneità. Chimismi lirici

2 commenti:

Rose ha detto...

Fluidissima, mi ha fatto l'effetto di un giro in giostra: che bella!

O O cchioni blu!

Buonanotte!

Francesca Vicedomini ha detto...

Sì, mi ha fatto lo stesso effetto, una giostra o una trottola per bambini tutta colorata...
Buon soba!