Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 14 aprile 2014

Vento sulla Giudecca di Alfonso Gatto

Franz Richard Unterberger*Canale della Giudecca
I venti, i venti spogliano le navi
e discendono al freddo
e sono morti.

Chi li spiegherà nel rigoglio
delle accese partenze
ove squilla più forte più forte il mare
e l’antenna sventola il mattino ?

Tutta donna tutta forte tutto amore
ed è rossa la mela, giallo il pane
della Pasqua d’aprile…

Ed eri calda
ed eri il sole, mattone su mattone,
oltre quel muro la campagna il cielo.
***
LA STORIA DELLE VITTIME

3 commenti:

Rose ha detto...

Curiosa la svolta brusca verso il "tu"... come se un pensiero gli fosse passato in testa all'improvviso.

Bello, il canale.

Buonanotte.

Francesca Vicedomini ha detto...

come sempre Gatto parla, racconta, è un intimista che tocca le corde giuste...

E il povero Canale della Giudecca, attraversato dai colossi del mare, i poveri turisti non possono scendere e girare Venezia a piedi....

Rose ha detto...

Già, ma ti fanno credere che sia meglio rimanere a guardare invece di inventarsi una vacanza.