Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 13 aprile 2013

Così rispettata, così nera di Osip Emil'evič Mandel'štam

Fanny Churberg*Spring
Così rispettata, così nera, tutta circondata di cure,
tutta piccoli garresi, tutta aria e attenzioni,
tutta che si sbriciola, tutta che fa coro -
umide zolle della mia terra e libertà...

Nei giorni della prima aratura è nera fino all'azzurro,
e disarmato ci si fonda il lavoro -
mille colli di voci che corrono arate:
c'è qualcosa di sconfinato, si vede, in questi confini.

E tuttavia la terra è svista e testa della scure.
Non la ottieni supplicandola, non buttarti ai suoi piedi:
come un flauto che marcisce fa spalancare le orecchie,
come un clarinetto mattutino raggela l'udito...

Come fa piacere lo strato di grasso che arriva sul vomere,
com'è stesa la steppa nel rivangare di aprile!
Dunque salve, terra nera: sìì forte, tutt'occhi...
neroeloquente silenzio del lavoro.

Aprile 1935

2 commenti:

Rose ha detto...

Il senso della terra: è lavoro, è fatica, è attesa, delusione, speranza...

Francesca Vicedomini ha detto...

e poi arriva la Siberia e il nulla, quando si cancellano le voci....