Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 1 aprile 2013

Nel Chiostro di Santa Maria Novella di Alfonso Gatto

Qui nell'antico chiostro degli avelli
impaginati con le scritte bianche
e d'altra età bambini e spose i morti,
passa il giorno dell'Angelo, il silenzio
della sua pioggia. Vivide le macchie
dei marmi come fiori, la fanciulla
da un secolo riguarda il davanzale
della sua tomba, pagina di lieve
fermezza che nel palpito s'incide.

Uno straniero parla a una ragazza
vestita già di smanie e di rossore.
Aderendosi tutta nel fuggire
da sè nell'orda della carovana
che sparecchia l'incanto, fugge e ride
la ragazza per vivere. Furtiva
le sembra la sua vita con la morte
che sveglia nella ruggine quei fiori
di pioggia, quel silenzio d'altre voci.
*************
(La Madre e la Morte* I)

2 commenti:

Rose ha detto...

Quanto mi piace Alfonso Gatto. Scrive di un momento, e quel momento lo vivi.

La Rotonda è davvero bellissima: grazie di avermela fatta notare, Francesca!

Di chi è il ritratto della ragazzina in verde?

Francesca Vicedomini ha detto...

Non lo so Rose, è una vecchia fotografia...buon mercore...