Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 21 aprile 2013

O mia piccola casa di Arturo Onofri

Albert Welti*1895
O mia piccola casa di provincia,
ove memorie semplici ma care
si ravvivano intorno al focolare
per colui che ritorna e ricomincia

un interrotto sogno di dolcezza;
o mia tepida casa, io ti ritrovo
come una volta in questo aprile novo,
e sempre verde il rosmarino olezza.


Son nidi ancora sotto le tue gronde,
e, nell’orto, i bei ciuffi appena in fiore
della menta e del timo hanno un odore
che all’effluvio dell’anima risponde.


Caro è il murello con le vecchie crepe,
di dove, un giorno, uscivo di soppiatto
a fischiare ai ramarri, o stavo quatto
a spiar le tagliole sulla siepe!


Che stupori, che gioie di scoperte
balenavano in te, mia casa, ogni alba!
Ancora sconosciuta era la scialba
nebbia che grava il mondo fatto inerte.


Ma tu sei sempre quella; è in me ch’è morto
il dolce tempo; come son diverso!
Nella tua siepe c’era l’universo,
ed ora non c’è più che un muro e un orto.
***
(Liriche)

2 commenti:

Rose ha detto...

Nella tua siepe c’era l’universo,
ed ora non c’è più che un muro e un orto.

Ci si sente così, in questi giorni. Disillusi e intristiti. Brutti tempi.

Hai terminato il ripristino delle immagini scomparse?

Un abbraccio. Buon riciccio.

Francesca Vicedomini ha detto...

Tra l'Italia disperata e il tempo piovoso la tristezza è in agguato.
No, Rose, mi sono dedicata un pò troppo ai film francesi e ho perso tempo, mi rifarò. Buona settimana....