Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 16 maggio 2013

La villa chiusa di Carlo Chiaves

Jacek Malczewski*Spring
Chiusa è la villa, chiusa immezzo al verde
del giardino diserto, ove traligna
ogni arbusto: tra fior spunta gramigna
folta, e li avvince, soffoca, disperde.

Or, poi che vien con sue dolcezze il maggio,
poi che la terra tutta è in fiore, è in festa,
nel raggio che lo avvolge e lo ridesta,
anche il giardino si fa più selvaggio.

Mescon le aiuole i fior, gli alberi i rami
intralcian, con sì stretto allacciamento,
che sgiungerli non può forza di vento:
più verde cresce l'erba in su gli strami.

La glicinia s'allunga, con la fronda,
dai cancelli a la casa; e qua s'appiglia
ai balconi, pei muri s'attorciglia
e corona di fior tutta la gronda.

Così la villa del mio sogno, chiusa
fra tanta grazia, in un incanto è avvolta,
e quei che sosta e scruta avido e ascolta,
tutto di sé, del suo mister ricusa.

Io fantastico in un mio sogno intento:
non dorme la fanciulla in fra le mura?
Non forse il cavalier senza paura
verrà a destarla da l'incantamento? 

(Sogno e ironia*1910)

3 commenti:

Rose ha detto...

Di chi è? Di che genere sono le fanciulle rinchiuse nella villa? Perché di questi tempi sorgono pensieri poco poetici, e mi dispiace che questo accada. Per fortuna ci sono i fiori del giardino.

Coraggio, Francesca: la primavera arriverà! Intanto ci deliziamo con le tue poesie a colori.

Arriva venerdì, e pare bruttino come oggi.

Francesca Vicedomini ha detto...

Credi Rose, le fanciulle che intendi tu ci sono andate di loro spontanea volontà e sono state ben ricompensate....

Rose ha detto...

Non ci sono più le fanciulle di una volta... ;)