Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 27 maggio 2013

Passi di Mario Luzi

Eugene De Blaas
Rifioriranno i tigli
e le rose serali sopra i muri
per le vie pensierose
lungo i portali calmi e le fontane?

L'alta fronte di Fiesole
e le balze di fiori temerarie
ove al tempo di maggio
selvagge aprono il fiume e le alberete?

Ma ormai dove sono
- oltre il Lete bisbigliano - gli amici
per le strade segrete
con le mani serene e vagabonde?

Ora il sole ricurvo
parla di loro al vento e alle ginestre;
passano giovanette
sull'atavico ponte sconosciute

e qualcuno le chiama
più avvolgente dell'aria e delle rose
da un serico verone
ove l'altura ha senso di morire.

2 commenti:

Rose ha detto...

Di certo non le avranno apostrofate con certi epiteti... fortunati i personaggi delle poesie, trattati in genere con delicatezza!

Buona notte. Buia, fredda, umidiccia. Niente caldo, ahimé! non ricordo più che cosa sia... :(

Francesca Vicedomini ha detto...

Almeno il Giosuè parla di un maggio che perlomeno qui non stiamo climaticamente vivendo...