O'Meara |
L'Estate si estingueva -
Troppo impercettibile alla fine
Per sembrare come la Perfidia -
Una Quiete distillata -
Come un interminabile Crepuscolo -
O la Natura - che passa da sola
Un appartato Pomeriggio -
Sobrietà intrinseca
Anche se una vistosa influenza
L'Acero conferiva alla Strada
E vivido Rilievo
Investiva quel luogo oscuro -
Come se d'un tratto indossasse
Un sobrio Individuo
Una Veste Uniforme -
Dipartito era l'Uccello -
E a stento aveva la Collina
Un fiore per alleviare il Suo volto irrigidito
Dall'ansia della Sepoltura -
I Venti vennero più vicini -
Il Grillo parlava così chiaro
Da far presumere fossero - i Suoi Avi
Eredi della Tribuna -
Il Buio arrivava più presto -
Il Mattino brillava straniero -
Una cortese - ma assillante Grazia
Di Ospite che vorrebbe andar via -
E così, senza un'Ala
O l'Impiego di una Chiglia -
La nostra Estate compì la Sua lieve Fuga
Nella Bellezza -
4 commenti:
I'm in the mood...
Mi piacciono tanto entrambi, la poesia, splendida, e il dipinto che hai scelto, sembrano fatti apposta l'uno per l'altro
buona giornata
Grazie Rudhi!
Carissima Viola, grazie per il graditissimo commento, e buon Autunno!
restando in tema, della stessa mi piace molto...
Verrà infine l'estate:
Dame con l'ombrellino
E signori a passeggio col bastone,
Fanciulle con le bambole,
Coloriranno il pallido paesaggio
Come un festoso mazzolino,
Anche se sprofondato in mezzo al marmo
Appare ora il villaggio.
I lillà che s'intrecciano da anni
Si piegheranno sotto un peso viola.
Non sdegneranno le api la musica
Su cui ronzarono i loro antenati.
E le rose di macchia arrossiranno
Nella palude, l'aster sopra il colle
Riprenderà il suo stile eterno
E le genziane avranno i loro merletti,
Finchè l'estate ripieghi il miracolo
Come una donna ripiega la veste
O i sacerdoti ripongono i simboli,
Compiuto il Sacramento.
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