Apperley*Enriqueta |
quelli che non furono compatiti mai,
quelli che frate Francesco esultando
benedisse e rallegrò.
Sopportiamo grande pena
per le strade.
Vorremmo sapere quello che ci dicono
i gattici del fiume.
E nella muta tristezza della sera
la polvere della strada gli rispose:
-Beati voi, vermi, che avete
coscienza giusta di voi stessi,
e forme e passioni
e focolari accesi.
Io mi dissolvo nel sole
seguendo il pellegrino,
e quando penso ormai di restare nella luce
cado a terra addormentata.
I vermi piansero, e gli alberi,
agitando le loro teste pensierose,
dissero: - E' impossibile l'azzurro.
Da bambini credevamo di raggiungerlo,
e vorremmo essere come le aquile
ora che siamo colpiti dal fulmine.
L'azzurro è tutto delle aquile. -
E l'aquila di lontano:
-No, non è mio!
Perchè l'azzurro è delle stelle
là tra splendori luminosi-,
E le stelle: -Neanche noi lo abbiamo:
sta nascosto tra di noi.-
E la scura distanza: -L'azzurro
è nel regno della speranza.-
E la speranza dice sottovoce
dal suo regno oscuro:
-Voi altri mi inventate, cuori.-
E il cuore:
-Dio mio!
L'autunno ha lasciato senza foglie
i gattici del fiume.
.......
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