Casas Carbo*Julia |
la polvere della strada
I vermi sonnolenti scendono
nei loro freddi focolari.
L'aquila si perde sulla montagna;
il vento dice: -Sono ritmo eterno.
Si sentono le ninne nanne nelle culle povere,
e il pianto del gregge nell'ovile.
La tristezza umida del paesaggio
mostra come un giglio
le rughe severe che lasciarono
gli occhi pensierosi dei secoli.
E mentre riposano le stelle
nell'azzurro addormentato,
e il mio cuore vede lontano il suo ideale
e implora:
-Dio mio!
Ma, Dio mio a chi?
Chi è Dio mio?
Perchè la nostra speranza si addormenta
e sentiamo la poetica delusione
e gli occhi si chiudono abbracciando
tutto l'azzurro?
Voglio lanciare il mio grido
sul vecchio paesaggio e il fumante focolare,
piangendo di me come il verme
deplora il suo destino,
e implorando quello dell'uomo, amore immenso
e azzurro come i gattici del fiume.
Azzurro di cuori e forza,
l'azzurro di me stesso
che m'offra tra le mani la grande chiave
che violi l'infinito,
senza terrore e paura della morte,
brillante d'amore e poesia
anche se il fulmine mi colpisce come un albero
e mi lascia senza foglie e senza grido.
Ora ho sulla fronte rose bianche
e la coppa trabocca di vino.
2 commenti:
Una cosa meravigliosa. Non ho neanche le parole per commentare ciò che ho provato leggendo - e leggendo, perché leggere una sola volta questo ritmo d'autunno non è possibile -.
Un abbraccio, cara Francesca. Un abbraccio e un pensiero beneaugurate per le tue incombenze di questa settimana.
Davvero bella Rose, molto impegnativa da leggere, ma stupenda! Ha conquistato anche me.
Domani l'oculista deciderà la mia sorte (dicono che è un piccolo intervento non invasivo, sono io che ho paura!)
Buona settimana Rose cara!
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