Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 25 settembre 2010

Ritmo d'autunno (parte terza) di Federico Garcia Lorca

Casas Carbo*Julia
.......L'acqua ha addormentato nell'argento vecchio
la polvere della strada
I vermi sonnolenti scendono
nei loro freddi focolari.
L'aquila si perde sulla montagna;
il vento dice: -Sono ritmo eterno.
Si sentono le ninne nanne nelle culle povere,
e il pianto del gregge nell'ovile.
La tristezza umida del paesaggio
mostra come un giglio
le rughe severe che lasciarono
gli occhi pensierosi dei secoli.
E mentre riposano le stelle
nell'azzurro addormentato,
e il mio cuore vede lontano il suo ideale
e implora:
-Dio mio!
Ma, Dio mio a chi?
Chi è Dio mio?
Perchè la nostra speranza si addormenta
e sentiamo la poetica delusione
e gli occhi si chiudono abbracciando
tutto l'azzurro?
Voglio lanciare il mio grido
sul vecchio paesaggio e il fumante focolare,
piangendo di me come il verme
deplora il suo destino,
e implorando quello dell'uomo, amore immenso
e azzurro come i gattici del fiume.
Azzurro di cuori e forza,
l'azzurro di me stesso
che m'offra tra le mani la grande chiave
che violi l'infinito,
senza terrore e paura della morte,
brillante d'amore e poesia
anche se il fulmine mi colpisce come un albero
e mi lascia senza foglie e senza grido.
Ora ho sulla fronte rose bianche
e la coppa trabocca di vino.

2 commenti:

Rose ha detto...

Una cosa meravigliosa. Non ho neanche le parole per commentare ciò che ho provato leggendo - e leggendo, perché leggere una sola volta questo ritmo d'autunno non è possibile -.

Un abbraccio, cara Francesca. Un abbraccio e un pensiero beneaugurate per le tue incombenze di questa settimana.

Francesca Vicedomini ha detto...

Davvero bella Rose, molto impegnativa da leggere, ma stupenda! Ha conquistato anche me.

Domani l'oculista deciderà la mia sorte (dicono che è un piccolo intervento non invasivo, sono io che ho paura!)
Buona settimana Rose cara!