Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 21 settembre 2010

Lacus Iuturnae di Gabriele D'Annunzio

Sir Lawrence Alma Tadema/Pandora
Settembre, chiare fresche e dolci l'acque
ove il tuo delicato viso miri;
e dolce m'è nella memoria il mio
natale Aterno in letto d'erbe lente,
e l'Amaseno quando muor domato
presso l'Appia col fratel suo l'Uffente,
e la Cyane ascosa tra i papíri,
e la Vella sì cara alla vitalba.
E pien di deità dai colli d'Alba
lo specchio di Diana ancor mi luce.
Ma un'altr'acqua al mio sogno è più divina.
Quella m'attingi e ne riempi l'urna.
Sotto la roggia mole palatina
presso il Tempio di Castore e Polluce,
occhio di Roma è il Fonte di Iuturna.
Deh mio misterioso amor lontano!
Alte sul Fòro nel meridiano
silenzio stan le tre colonne parie
come d'argento cui salsezza infoschi.
Gli elci neri sul colle imperiale
sembran ruine dei primevi boschi.
Di ferrigno basalte arde la Via
Sacra tra gli oleandri giovinetti
e i sepolcreti dei Latini prisci.
Si tace il Fonte ne' suoi marmi lisci
come quando Tarpeia la Vestale
vi discendea con l'anfora d'argilla.
Tremola il capelvenere sul tufo
e sul mattone, l'acqua è glauca, tinge
il suo letto lunense; una lucerta
su l'ara dei Diòscuri tranquilla
gode in grembo alla dea di lunga face.
Ombre delle farfalle in quella pace!
Poc'acqua accolta, santità dell'Urbe!
Le custodi del Fuoco sempiterno
scendono alla marmorea piscina?
o i Tindàridi rossi di latina
strage, per beverare i due cavalli?
Deh lauri nuovi! Presso il puteale
crescono, nel sacrario di Iuturna.
Li veglia la Speranza taciturna.
(Alcyone/Sogni di terre lontane)

2 commenti:

RUDHI Rüscher ha detto...

So perfect painted! Open the jar! Otherwise life would close...

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie!