Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 29 giugno 2012

Jaufré Rudel di Giosuè Carducci

Edward Burne Jones
♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥
Dal Libano trema e rosseggia
Su'l mare la fresca mattina:
Da Cipro avanzando veleggia
La nave crociata latina.
A poppa di febbre anelante
Sta il prence di Blaia, Rudello,
E cerca co'l guado natante
Di Tripoli in alto il castello.
In vista a la spiaggia asïana
Risuona la nota canzone:

“Amore di terra lontana,
Per voi tutto il cuore mi duol".

Il volo d'un grigio alcïone
Prosegue la dolce querela,
E sovra la candida vela
S’affligge di nuvoli il sol.
La nave ammaina, posando
Nel placido porto. Discende
Soletto e pensoso Bertrando,
La via per il colle egli prende.
Velato di funebre benda,
Lo scudo di Blaia ha con sé:
Affretta al castel: - Melisenda
Contessa di Tripoli ov'è?
Io vengo messaggio d'amore,
Io vengo messaggio di morte:
Messaggio vengo io del signore
Di Blaia, Giaufredo Rudel.
Notizie di voi gli fûr porte,

V’amò vi cantò non veduta:
Ei viene e si muor. Vi saluta.
Signora il poeta fedel. —
La dama guardò lo scudiero
A lungo pensosa in sembianti:
Poi surse, adombrò d'un vel nero
La faccia con gli occhi stellanti:
 - Scudier, - disse rapida - andiamo.
Ov'è che Giaufredo si muore?
Il primo al fedele rechiamo
E l’ultimo motto d’amore. —
Giacea sotto un bel padiglione
Giaufredo al conspetto del mare:
In nota gentil di canzone
Levava il supremo desir.
— Signor che volesti creare
Per me questo amore lontano,
Deh fa che a la dolce sua mano
Commetta l'estremo respir! —
Intanto co'l fido Bertrando
Veniva la donna invocata;
E l'ultima nota ascoltando
Pietosa risté sull'entrata:
Ma presto, con mano tremante
Il velo gittando, scoprí
La faccia; ed al misero amante
- Giaufredo, - ella disse, - son qui. -
Voltossi, levossi co'l petto
Su i folti tappeti il signore
E fiso al bellissimo aspetto
Con lungo respiro guardò.
 - Son questi i begli occhi che amore
Pensando promisemi un giorno?
È questa la fronte ove intorno
Il vago mio sogno volò? —
Sí come a la notte di maggio
La luna da i nuvoli fuora
Diffonde il suo candido raggio
Su'l mondo che vegeta e odora,
Tal quella serena bellezza
Apparve al rapito amatore,
Un'alta divina dolcezza
Stillando al morente nel cuore.
— Contessa, che è mai la vita?
È l'ombra d'un sogno fuggente.
La favola breve è finita,
Il vero immortale è l'amor.
Aprite le braccia al dolente.
V'aspetto al novissimo bando.
Ed or, Melisenda, accomando
A un bacio lo spirto che muor. —
La donna su'l pallido amante
Chinossi recandolo al seno,
Tre volte la bocca tremante
Co'l bacio d'amore baciò,
E il sole da'l cielo sereno
Calando ridente ne l'onda
L'effusa di lei chioma bionda
S'l morto poeta irraggiò.

(Rime e Ritmi*1898)

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