Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 3 giugno 2012

Sera della domenica di Sergio Corazzini

Jean Louis Forain*1884
per Alberto Tarchiani
Ora che li organi
di Barberia singhiozzano al Crepuscolo
li ultimi balli e le ultime canzoni
anche una volta, quasi una paura
folle di rimanere
soli nell'imminente ombra li tenga;
ora che i poveri
amanti hanno sepolta
nel cuore, senza piangere, la piccola
loro felicità domenicale,
e vanno muti
per il noto viale
al convegno dell'ultima tristezza;
ora che il pianto in maschera
di Sorriso
affetta ancora un'aria disinvolta
prima che scada il facile noleggio
dell'abito di gala;
ora che ne' conventi e ne' collegi
abbassano le lampade,
asciugano le lagrime,
e s'imagina che nel Paradiso
ogni giorno sarà
domenica;
ora che nei postriboli
le femine si lasciano baciare
cantando
il breve elogio funebre
della verginità;
il Poeta, ebro di morte,
viene a patti
con la Disperazione
che gli offre il domani con tutte
le sue piccole ire sorde,
le sue facili rassegnazioni,
mentre gli ride in faccia
perché non seppe ancora
morire di fame!
(Libro per la sera della domenica)

2 commenti:

Rose ha detto...

Un dì di festa concluso. "Diman tristezza e noia", ma con un'ironia che Leopardi non ha.

Buon lune.

Francesca Vicedomini ha detto...

Povero Corazzini, l'Ombra già incombeva su lui...