Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 30 aprile 2013

Vivere di Paul Éluard

Gerald Leslie Brockhurst
Noi due le mani nostre abbiamo da donare
Dammi la tua ti condurrò lontano.

Ho vissuto più volte il viso m'è mutato
A ogni soglia a ogni mano che ho varcato.
L'aprile familiare rinasceva.

Serbando a sè a me la sua labile neve
la morte e la sposa futura
Che le tue cinque dita stringe e allenta.
Sempre mi concedeva l'età ragioni nuove
di viver per altrui grazia e d'avere
Nel sangue mio sangue di un'altro cuore.

Ah il ragazzo che io fui e che sono
Al bianco delle gracili adolescenti cieche
Più belle della luna bionda sottile lisa
Dal riflesso di strade della vita
Strade di muschio e d'alberi
Di nebbia e di rugiada
E del giovane corpo che al suo luogo
Terrestre da solo non viene
Chè lo cullano vento freddo pioggia
Ne fa un uomo l'estate

Presenza mia virtù che in ogni mano appari
L'unica morte è solitudine
Di delizia in impeto di impeto in chiarezza
Mi costruisco intero per entro tutti gli esseri
Per entro tutti i tempi del suolo e delle nubi
Stagioni che passate io sono giovane
Forte a forza di essere vissuto
Sono giovane alto è il sangue sopra le mie rovine

Noi dobbiamo confondere le mani
Non ci sarà lusinga mai più lunga
Del vincolo fra te e me foresta
Ch'offre la terra al cielo ed il cielo alla notte

Alla notte che trama un giorno interminabile.

*****

Vivre

Nous avons tous deux nos mains à donner
Prenez ma main je vous conduirai loin

J'ai vécu plusieurs fois mon visage a changé
A chaque seuil à chaque main que j'ai franchis
Le printemps familial renaissait

Gardant pour lui pour moi sa neige périssable
La mort et la promise
La future aux cinq doigts serrés et relâchés
Mon âge m'accordait toujours
De nouvelles raisons de vivre par autrui
Et d'avoir en mon cœur le sang d'un autre cœur

Ah le garçon lucide que je fus et que je suis
Devant la blancheur des faibles filles aveugles
Plus belles que la lune blonde fine usée
Par le reflet des chemins de la vie
Chemin des mousses et des arbres
Du brouillard et de la rosée
Du jeune corps qui ne monte pas seul
A sa place sur terre
Le vent le froid la pluie le bercent
L'été en fait un homme
Présence ma vertu dans chaque mai visible
La seule mort c'est solitude
De délice en furie de furie en clarté
Je me construis entier à travers tous les êtres
A travers tous les temps au sol et dans les nues
Saisons passantes je suis jeune
Et fort à force d'avoir vécu
Je suis jeune et mon sang s'élève sur mes ruines

Nous avons nos mains à mêler
Rien jamais ne peut mieux séduire
Que notre attachement l'un à l'autre forêt
Rentrant la terre au ciel et le ciel à la nuit

A la nuit qui prépare un jour interminable

(da LE LIVRE OUVERT*1940)

3 commenti:

Rose ha detto...

Un incipit bellissimo, e così penetrante questo senso di appartenenza alla vita.

Buona festa, buon maggio.

Francesca Vicedomini ha detto...

Buon Maggio, oggi non mi andava di festeggiare, ma quale lavoro?? Poveri giovani, poveri noi!

Rose ha detto...

Capisco, ma quelli che lavorano (bene e onestamente, si intende) un giorno dedicato a loro se lo meritano.

Buona serata.