Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 17 novembre 2013

Paesaggio di Novembre di Corrado Alvaro

Bartolomeo Bezzi*1908
Sono scomparsi i bei colori verdi e rosei della
terra. Le montagne, i campi, i piani sembrano
lontani e velati. Solo i torrenti si riempiono di
suoni e il loro grido giunge alle case del paese.
Il sole ha uno splendore freddo e il cielo sembra
allontanarsi e diventare altissimo. Tutte le mattine
la terra si desta come da un sonno faticoso.
I movimenti degli uomini sembrano incerti, come
quelli di chi pensa al suo avvenire.
Da questo mese comincia il lavoro, per il futuro
pane. C'è nell'aria una speranza solenne.
Novembre è il mese in cui ricordiamo i nostri
morti. La terra trasforma, tutti gli anni, nuove
sementi in nuovi frutti. Il pane risorge tutti gli
anni. Giacciono i morti. Ma il nostro cuore deve
essere grato come la terra e deve far rivivere e
moltiplicare il lavoro e gli affetti di quelli che fra
noi non torneranno più.

2 commenti:

Rose ha detto...

Corrado Alvaro ha un sentire legato alla terra e al lavoro,non fa voli pindarici, è terreno e umano.

Novembre arranca un po' freddino,ma non troppo, ed è tornato anche il sole.

Buon riciccio. Al "Ruggito del coniglio" il venerdì c'è una donnina che canta "Mai più lunedì",e il lunedì una specie di marcia funebre che rallegra ilriciccio.

Francesca Vicedomini ha detto...

Al ruggito hanno un inno per ogni giorno della settimana...buon riciccio...