Tamara De Lempicka/1933 |
Era color del mare e dell’estate
la strada fra le case e i muri d’orto
dove la prima volta ti cercai.
All’incredulo sguardo ti staccasti
un po’ incerta dall’altro marciapiede.
Nemmeno mi guardasti. Mi stringesti,
con la forza di chi s’attacca, il polso.
A fianco procedemmo un tratto zitti.
Una macchina adesso mi portava,
procella appena dominata, verso
il luogo di quel primo appuntamento.
Già la svolta il mio cuore riconosce
e, raffica, la macchina imbocca,
ed ecco tu ti stacchi
un po’ incerta dall’altro marciapiede.
(Non era che un crudele immaginare:
paralitico tenta con quest’ansia
la parte, se già il male guadagni).
Il tempo di pensarti; ma nell’attimo
che dolcissima spina mi trafisse!
Acuta come questa non mi desti
altra gioia, non mi potevi dare.
T’amavo. Amavo. Anche per me nel mondo
c’era qualcuno.
O strada tra le case, benedetta,
dove la prima volta nella vita
pietà d’altri che me mi strinse il cuore.
(Versi a Dina)
4 commenti:
Bellissimo questo languido quadro di Tamara de Lempicka (in mostra a Roma fino al 10 luglio).
A presto sui ns Blog
Ho letto "porcella" invece che "procella" e il senso è cambiato totalmente!
Per fortuna mi sono avveduta dell'errore, altrimenti avrei fatto un torto a questa bella poesia! :D
Sì, si ricicciaaa!
Silenzi d'alpe, a presto per le tue incantevoli foto, che mi fanno voglia di salire quelle vette incantate...buona estate e buone fotografie!
Rooooose!
(le letture arcoriane ti hanno forse deviato?)
Buon martedì!
Rooooose!
(le letture arcoriane ti hanno forse deviato?)
Ahahahahahah! XD
O mammina mia, spero di no! :S
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