Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 19 marzo 2012

Il padre di Pablo Neruda

Balthus.Joan Mirò e figlia Dolores
Il padre brusco torna
dai suoi treni:
riconoscemmo
nella notte
il fischio
della locomotiva
che forava la pioggia
con un ululo errante,
un lamento notturno,
e poi
la porta che tremava:
una raffica di vento
entrava con mio padre
e sotto il doppio spingere e pestare
la casa
traballava,
le porte spaventate
sbattevano con secchi
spari di pistola,
le scale gemevano
e una voce tonante
sgridava, risentita,
mentre la tempestosa
ombra, la pioggia a cateratte
rovesciate sui tetti
annegava a poco a poco
il mondo
e non si udiva nient'altro che il vento
in lotta con la pioggia.
Ciò nondimeno, era diurno.
Capitano del suo treno, dell'alba fredda,
appena spuntava
il sole incerto, lì c'era la sua barba,
c'erano le sue bandiere
verdi e rosse, pronti i fanali,
il carbone nell'inferno della macchina,
la stazione coi treni nella bruma
e il suo dovere verso la geografia.
Il ferroviere è un marinaio a terra
e nei piccoli porti senza mare
-borghi del bosco- il treno corre e corre
sfrenando la natura,
navigando per terra.
Quando riposa il lungo treno
gli amici si ritrovano,
entrano, si apre la porta dell'infanzia,
la tavola vacilla,
all'urto di una mano ferroviaria
squillano i grossi bicchieri fraterni
e, fulgidi,
sfavillano
gli occhi del vino.
Il mio povero padre aspro di modi
era lì, nel fulcro della vita,
l'amicizia virile, pieno il bicchiere.
La sua vita fu una rapida milizia
e tra le sue levatacce e i suoi viaggi,
tra un rincasare e un ripartir di corsa,
un giorno più piovoso di altri giorni,
il macchinista José del Carmen Reyes
salì sul treno della morte e finora non è tornato.
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EL PADRE
El padre brusco vuelve
de sus trenes:
reconocimos
en la noche
el pito de la locomotora
perforando la lluvia
con un aullido errante,
un lamento nocturno,
y luego
la puerta que temblaba:
El viento en una ràfaga
entraba con mi padre
y entre las dos pisadas y presiones
la casa
se sacudìa,
la puertas asustadas
se golpeaban con seco
disparo de pistolas,
las escalas gemìan
y una alta voz
recriminaba, hostil,
mientras la tempestuosa
sombra, la lluvia como catarata
despeñada en los techos
ahogaba poco a poco
el mundo
y no se oìa nada màs que el viento
peleando con la lluvia.
Sin embargo era diurno.
Capitán de su tren, del alba fría;
y apenas despuntaba
el vago sol, allí estaba su barba,
sus banderas
verdes y  rojas, listos los faroles
el carbón de la máquina en su infierno,
la Estación con los trenes en la bruma
y su deber hacia la geografía.
El ferroviario es marinero en tierra
y en los pequeños puertos sin marina
-pueblos del bosque- el tren corre que corre
desenfrenando la naturaleza,
cumpliendo su navegación terrestre.
Cuando descansa el largo tren
se juntan los amigos,
entran, se abren las puertas de de mi infancia,
la mesa se sacude,
al golpe de la mano ferroviaria
chocan los gruesos vasos del hermano
y destella
el fulgor
de los ojos del vino.
Mi pobre padre duro
allí estaba, en el eje de la vida,
la viril amistad, la copa llena.
Su vida fue una rápida milicia
y entre su madrugar y sus caminos,
entre llegar para salir corriendo,
un día con más lluvia que otros días
el conductor José del Carmen Reyes
subió al tren de la muerte y hasta ahora no ha vuelto
(Memorial de Isla Negra)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ringrazio per la poesia. Pablo è sempiterno e sempre gradito.

Buona settimana e intanto buonanotte.

Rose ha detto...

L'Anonimo delle 23:30 ero io che che non ho inserito il nickname perché stavo per addormentarmi. Chiedo venia.

Francesca Vicedomini ha detto...

E perchè Rose? Potrai essere stanca no? Buon ultimo pomeriggio d'inverno..ma molto caldo e soleggiato...