Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 16 marzo 2012

Scirocco di Arturo Onofri

Herbert
Scirocco, fermo come una barriera
d'ansia, cela all'inverno moribondo
la fanciullezza della primavera
che soffierà miracoli sul mondo.
Il suolo ansa in affanni di miniera,
a svincolarsi dal suo denso pondo:
non luminosità d'erba leggera,
ma brama d'alzar cieli suoi dal fondo.
E nubi immote covano quel turno
d'oro, in cui la vegliante ansia sepolta
possa esalarsi in sonno taciturno,
ridilatando aperta in cieli caldi
l'anima fanciulletta dissepolta,
che già si pensa fiori, ali, smeraldi.
(Zolla ritorna cosmo-60)

5 commenti:

R ha detto...

Un vento di transizione, come l'inverno profondamente ancorato al suolo e come la primavera desideroso di volare di luce e di fantasia.

Un bellissimo venerdì venereo a tutti.

Rose ha detto...

Mi è sfuggito l'invio: ero io.

Anonimo ha detto...

L'attesa che tutto si rinnovi

RAFHAEL ARTHUR LIGUORO

Anonimo ha detto...

inoltre O.fu un grande studioso di Pascoli perché se non sbaglio pubblicò le sue analisi critiche sulle Myricae.
Quindi la sua poesia non che essere bene accolta in questo blog.

Francesca Vicedomini ha detto...

...e qui gli amici sanno quanto ami Pascoli...buon proseguimento carissime/i.