Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 11 novembre 2013

Insalata di San Martino di Ernesto Ragazzoni

Albert Bierstadt
I
È una tepida estate
di San Martino, tanto
dolce che le giornate
d’April non hanno incanto

maggior. Le stesse foglie
secche, per i vïali
più che l’aria di spoglie,
hanno un aspetto d’ali

mutevoli, lunghesso
i fossi e dentro i carri,
che se le tiran presso
in turbini bizzarri.

Io vo’ pei campi; avanzo
oltre i sentieri, e fumo,
contandomi un romanzo
per mio uso e consumo;

dove, com’è disegno
nelle oleografie,
ci son isbe di legno
sotto la neve, vie

tra pioppi ermi al tramonto,
cacciatori in cucina
attorno a un pasto pronto;
un’Ada, un’Ermelina

che guardan pei cancelli
se giunge Adolfo, Arturo;
rovine di castelli
chiuse in un cielo oscuro,

sassi di muriccioli
coll’edera, e un mendìco...
mulini... boscaiuoli...
un pozzo sotto un fico,

bimbi affacciati ai vetri
che guardan, chi sa dove;
passan forme di spetri
(son tanti dì che piove);

nubi, e una spiaggia incolta.
Insomma, l’arsenale
completo d’una volta,
romantico - autunnale.
II
Io vo’ pei campi, fiuto
per l’aria odor di tordi
arrosto, in un velluto
- cari! - di lardo a fior di

fiamma sovra uno spiedo;
e il buon odor mi viene
da un luogo che non vedo,
ma certo assai dabbene.

O pace! Che mai l’oste
mi servirà stasera?
Forse le caldarroste
- o pace! - e del barbera?

O le pere in giulebbe...
(che giorni ha San Martino!)
Né mi dispiacerebbe
prima uno stufatino.

Che pace! È come un lento
lasciarsi andare a caso
s’un fiume sonnolento,
incontro a un bell’occaso...

L’acque, in un loro velo
viola e d’or, pare ardano;
e sono l’acque e il cielo
silenzi che si guardano.

Io vo’ pei campi. Lungi
bruciano forse stipa,
c’è un fumo, e ve ne aggiunge
pur uno la mia pipa.

Oh, il fumo? Chi la sente
la nostalgia che ha
il fumo - che, silente -,
d’autunno se ne va,

(esule e senza casa)
d’autunno, e verso sera...
sulla campagna rasa...
ombra che si fa nera!

Con che, detta la mia,
(come la mulinavo!)
brava corbelleria,
fo’ punto, e vi son schiavo.

4 commenti:

Rose ha detto...

Eh, prima faceva il poeta tutto poetico, con le osservazioni pittoresche e poi...se magna, alé! Carina... mi sono divertita!

Qui è un tempaccio da castello di Dracula sotto la tempesta. Freddo buio pioggia come in Transilvania. Allagamenti e allertamenti sugli argini dei fiumi. Speriamo che smetta di piovere e che anche il tifone delle Filippine si ammosci.

Rose ha detto...

Buonanotte e buon marte a umani, cani, gatti e altri animali

Francesca Vicedomini ha detto...

Devo dire che oggi era estate!
Chissà quanto dura, perchè tutti cominciano ad avere il raffreddore!
Buonanotte!

Rose ha detto...

Ahhh.. che fortuna! Qui è arrivato il gelo. :(