Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 24 novembre 2013

Val Salice di Giulio Gianelli

Alfons Mucha*Novembre*1899
Autunno, sì gentil melanconia
ricevo dai tuoi ultimi tesori,
che questa valle che tu baci e indori
luogo d'eternità parmi che sia;

dove, a chi giunge dopo lunga via,
odo cantar da un angelo tra i fiori:
"Ecco alfine la patria, esuli cuori,
cessate il pianto della nostalgia."

Vedo, qua e là, delinearsi forme
dal non vivere fatte più leggiadre,
che senza suono avanzano e senz'orme,

ciascuna avvolta nel suo proprio nimbo
di moriente sol...Io, come un bimbo,
con immenso desìo cerco mia madre.
*************
INTIMI VANGELI

4 commenti:

Rose ha detto...

Una specie di viaggio ultraterreno.
Forse Val Salice era la sua terra... appena ho un po' di tempo cercherò con Google.

Mucha me gusta mucho.

Per ora, buon riciccio. Pare che geleremo. Brr.

Juliet ha detto...

Delicato novembre, delicata malinconia
Buon mattino ...
:)

Francesca Vicedomini ha detto...

E scoprirete che il povero Gianelli morì giovanissimo per tisi, un altro Corazzini un altro crepuscolare in tutti i sensi. Buon inizio settimana!

Rose ha detto...

La tisi è stata come la peste... povero Giulio, non sapevo che fosse morto anche lui di quella malattia...