Odo nel mio silenzio il tuo silenzio.
Di giorno in giorno assisto
all’opera che il tempo,
complice mio solerte, va compiendo.
E già quello che ieri era presente
divien passato e quel che ci pareva
incredibile accade.
Io e te ci separiamo.
Tu che fosti per me più che una sposa!
Tu che volevi entrare
nella mia vita, impavida,
come in inferno un angelo
e ne fosti scacciata.
Ora che t’ho lasciata,
la vita mi rimane
quale un’indegna, un’inutile soma,
da non poterne avere più alcun bene.
(Poesie*1942)
2 commenti:
Eppure c'è comunione nel distacco di questi coniugi: "io ti sento tacere da lontano" denuncia una comprensione telepatica, spesso presente in chi è vissuto a lungo con qualcuno.
Buon - brevissimo, come dice Francesca! - week-end!.
"La vita ci disperde, o X,
ci annulla come suoi zeri.
Luoghi persone cose che erano in noi,
e noi in essi, ridotti a parvenze,
a rarefatti frammenti di memoria..."
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