Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 1 gennaio 2012

Lettera di Capodanno di Gesualdo Bufalino

Alfons Mucha*January
Dicono che repetita iuvant;
che il primo bacio è insipido, ma è il secondo che conta;
che il bis d'un minuto radioso
s'insaporisce d'un miele che ci sfuggì quella sera ...
Ma l'anno che ritorna col suo rauco olifante
a soffiarci dentro le orecchie
l'ennesima Roncisvalle,
e ingrossa i fiumi, impoverisce gli alberi;
l'anno che nello specchio del bagno consegna
a uno svogliato rasoio la barba sempre più bianca;
l'anno che cresce su sé con l'ingordigia dei numeri,
sgranando sul calendario
il recidivo blues del Mai più ...
chi oserebbe dire che meriti la festa del Benvenuto?
chi potrebbe giurare che non sia peggio degli altri?
Il male si moltiplica e repetita non iuvant.
Eppure ... Eppure nella tombola arcana del Possibile
fra i dadi e il caso la partita è aperta;
gonfiano fiori insoliti il grembo d'una zolla;
lune mai viste inonderanno il cielo,
due ragazzi in un giardino
si scambieranno i telefoni, i nomi,
stupiti di chiamarsi Adamo ed Eva;
verrà sotto i balconi
un cieco venditore d'almanacchi
a persuaderci di vivere ...
Crediamogli un'ultima volta.
1996

2 commenti:

Rose ha detto...

Crediamogli, allora! :)

Carissimi Francesca, Veronica, Gianrico e Viola, vi auguro ciò che desiderate per voi, per chi amate e per chi volete. I pelosi sono sempre inclusi nelle liste degli augurandi, per cui aggiungete pure amiche ranocchiette, cugini pipistrelli, cognati diavoli della Tasmania e zii armadilli.
Buon anno ai passanti del blog.
Si aprano fiori dove posate i vostri piedi.

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie cara Rose!