Santiago Rusinol Prats/La Poesia/1895 |
nell'angoscia vanificante
anche la tersa luminosità
dell'ideale
sembra spenta
come non esistesse
Mi chiedo col poeta
che sarà di questo fiato
che appanna il vetro,
di un cielo immaginato
spanna a spanna lucente?
Le cose ac-cadono
sono braci, faville
lentamente, al soffio
puro del tempo
la realtà si spegne.
Chi può sapere? (latino)
Chi raggiunge l'istante
della coscienza
attraverso l'incessante scrosciare?
E ancora spazio
e ancora tempo
Finis terrae
mare, spiaggia e sole
incontaminato (chi può raggiungerlo?)
Ma io ho visto, ho visto
nella penombra
il seno di alabastro
che rapida ricopri
Il mio corpo mai davvero nudo
mai ho attinto all'immemore purezza
(Vergognarsi per non doversi
più vergognare)
Auguratevi di non sapere mai.
4 commenti:
Un sentito omaggio al nostro amico Ardea, sperando che gli porti molta fortuna.
Buon lunedì, coraggio....
Merci Veronica, credo che la mia poesia funzioni molto per immagini...
e grazie a te Francesca... bellissima l'immagine scelta come illustrazione.
Buon lunedì a tutti...
Il monte non fu mai
così lontano
Nulla di grande avemmo
a questo mondo
se non miserie, divise
con noi stessi.
Nel corpo la dinamica
è bisogno, per monti vado
occupo spazio e sono
l'ineguale certezza
che resiste
Scopro la mente, attività
che col tempo si riduce
al tranquillo grigiore
della pietra
Amica, ora tu sai
il senso che con sforzo
da noi stessi caviamo
la purezza del non-pensiero
è vita.
S. Agata sui due Golfi (NA), 1990.
Auguro a tutti, in particolare all'autore di questo componimento che già ho avuto modo di apprezzare, e alla cara Francesca, di trovare sempre la compagnia di nobili sentimenti e di pensieri elevati.
Posta un commento