Leyendecker/1930
Ho dormito per sette settimane,
mi sono svegliato ch'è Sabato Santo.
E' tornato aprile e la tenera frasca,
anch'io ritorno per la buona Pasqua.
Ho portato due panieri, uno lacero
l'altro vacante.
Posso raccoglierne trenta e quaranta.
Palazzo fabbricato con le penne
è stato misurato con la canna.
Il gallo ha cantato, ha scosso le ali.
Andiamocene sfortunato suonatore.
Scendi bella, vieni pure in camicia.
Scendi bella, vieni pure in camicia.
Allunga il braccio, porgimi le uova.
Son qui davanti alla portellina del gatto
E' l'ora prima della Pasqua nuova.
(L'albero di rose)
5 commenti:
A te cara Francesca, alla tua famiglia, a tutti i sensibilissimi tuoi lettori, auguro una Serena Pasqua, che sia per tutti noi una risurrezione dalle nostre piccole morti quotidiane. Un bacio:)
Un augurio diverso che instilla il germe della speranza. Auguri a voi tutti
Ma che bellezza questa poesia. Quando si parla di gatti, poi, io vado in sollucchero! :)
E a proposito di cesti (lo leggevo proprio due giorni fa!) Adriana Zarri dice:
Una mia amica mi disse, un giorno, di amare i cesti. Mi fece capire una cosa nuova sulla quale non mi ero mai prima soffermata. Avevo colto il messaggio di accoglienza della terra, del nido, ma al cesto non avevo pensato. Esso pure è cavo, accogliente, "recipiente" (questo bel participio che abbiamo smorzato sostantivandolo): Ecco che allora, tornando in casa col mio cesto, mi sento cesto a mia volta: un ascolto, un'attesa ricolma di frutti, di doni, di vita.
Da "Un eremo non è un guscio di lumaca", Giulio Einaudi Editore, Torino 2011, pag.95.
Pongo i miei auguri in un cesto e li affianco a quelli di Viola.
Serenissima Pasqua.
Ciao cara, faccio i migliori auguri di una serena Pasqua a te e famiglia, con un abbraccio
Viola, Rose, Rosario e Paola un abbraccio, esteso a tutti....
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