Avvisto gli Aprili -
Incolori per me, finché non arrivi tu
Come, fino all'Ape
I Fiori restano negativi,
Mossi a Qualità
Da un Ronzio -
*****
Spring comes on the World -
I sight the Aprils -
Hueless to me, until thou come
As, till the Bee
Blossoms stand negative,
Touched to Conditions
By a Hum -
13 commenti:
In questa poesia, con poche parole, c'è tutto un mondo fatto di desiderio e attesa e ricerca del senso ultimo di tutte le cose che è l'amore "mossi a Qualità
Da un Ronzio" L'amore risveglia le nostre qualità, ci rende migliori.
"Forse è nella mancanza che si dischiude l'arte" bella frase Veronica, che condivido; spesso l'Arte è mossa dalla mancanza e l'Amore mancante si esprime nei versi, in un dipinto. Non so esprimermi granchè bene, spero di aver reso il concetto:))) un bacio a Francesca e Veronica e buona giornata
Quello che è, per sua natura, temporale manca temporaneamente... quanto è eterno manca eternamente e infinitamente ne viene avvertita la mancanza da chi volge il suo sguardo interiormente. Scrivevo anni fa:
"L'immagine è un vano. Un varco che non può essere colmato.
È un vuoto d'ogni senso, l'origine di tutto, di Toth."
Bonne journée à tous
Sai Ardea,la mancanza eterna, non puo' esistere. Mancanza é una parola inserita nel tempo, oppure nell'eternità relativa. Ma l'eternità dell'eternità é fuori dal tempo e cancella mancanza, nostalgia, desiderio ecc...eternità dell'eternità é l'oceano dove la nostalgia immergendosi si disseta ..l'immagine é vana quando la vedi soltanto nell'evidenza della materialità più immediata che in realtà nasconde un'immagine di carne spirituale visibile-invisibile,immortale-eterna, la faccia dell'Angelo, che é un supporto indispensabile all'anima e quindi....
ciao
Asia: sono contro ogni dualismo e da bravo platonico, credo che ogni mancanza "materiale" sia anche una mancanza "spirituale". Quindi quando dico che l'immagine è un "vano" intendo dire che la sua natura ultima, la sola che potrebbe appagare, rimane nascosta.
Vi sono due vie per la realizzazione a mio modo di vedere: una è quella che consiste nell'abbandonare tutto per trovare tutto; è la via del monaco, dell'eremita o dello yogi etc. L'altra consiste nella ricerca dell'unità con un altro essere "polare", la famosa "anima gemella" della tradizione del romanzo, cavalleresco e non solo.
L'eternità è sempre e soltanto "qui" e non in un altrove. Il problema è la sua realizzazione che può restare sempre e soltanto un progetto o un'istanza senza necessariamente concretizzarsi. Almeno nell'arco di questa presente vita. Ciao e grazie per lo spunto.
Il ronzio dell'ape porta al fiore il significato della sua esistenza... certo le nostre esistenze sono interconnesse a quelle degli altri, sempre.
Anche chi si estrania dal mondo vi rimane, più o meno in parte, impercettibilmente unito, per il solo fatto di essere mondo egli stesso.
E le valenze negative o positive di noi e di quanto ci circonda non sono eterne né immutabili, perché il mondo cambia e noi con e nel mondo.
Diciamo che il punto di partenza per elucidare il mio commento di cui sopra (e poi mi tolgo dai piedi :-) potrebbe essere la frase del V. di Tommaso: "se esprimerete quello che avete dentro di voi, quello che avete vi salverà. Se non lo avete, quello che non avete vi perderà."
Nel caso specifico della realizzazione attraverso l'unione con un altro essere, è chiaro che si tratta di una reciprocità nella quale tutto non dipende soltanto da noi. Proprio perchè è la costituzione di un "noi" che è in gioco. Non così nella via della solitudine nella quale tutto si gioca solo nella capacità progressiva e progressivamente esercitata della rinuncia. In fondo alla rinuncia sta la totalità, integra, intatta.
Ma formare "le meraviglie della cosa unica" è qualcosa, forse, di ancora più arduo.
Perdonate se vi ho annoiato, starò zitto una settimana per compensare... :-)
...e piace moltissimo anche a me.
Io non saprei esprimere questi concetti così come fate voi. Io vi do una poesia (rubata ai poeti) e voi mi restituite tutto questo ben di Dio!. E' meraviglioso!
P.s. Gianrico non ti punire e non ci punire restando zitto una settimana. Te ne prego.
Merci Francesca... allora la primissima poesia che ho scritto - credo - nell'89, poi vado dietro la lavagna per oggi...
Ti ho portato
un ramo nodoso e contorto
un sasso levigato dal mare
Il mio cuore
avvolto dal silenzio
come prezioso dono
Nella tasca
ho una piccola pietra
colorata di verde
Una speranza morta come foglia
da disegnare.
Dai tagli che la luce
ha aperto sul mio volto
sgorga, violetto,
un liquido vitale.
x Ardea
anch'io sono iperplatonica, meglio socratica,quindi neoplatonica, e percepisco il mondo delle Idee di Platone come "altro" rispetto alla materia opaca ma avente purtanto bisogno di questa materia x esistere.Questa materia é fatta di diversi strati, uno strato perituro é il supporto di quello eterno, e nel mondo dei prototipi il nostro corpo esiste da tutta l'eternità, e sarà il nostro corpo di resurrezione.
Quindi l'altra persona, non é necessariamente un'altra persona: la prima altra persona sei tu: l'armonia che devi trovare con te stesso.
L'immagine spirituale, la sola che tu dici potrebbe appagare, rimane nascosta solo in parte, perché anche qui sulla terra la trasmutazione é possibile, l'intermondo, il non luogo, la line mediana, sono possibili. Se cosi non fosse né i santi né i profeti né i poeti avrebbero avuto visioni, e il Beato Angelico ad es, non avrebbe dipinto i suoi quadri...
ciao e merci x la discussione!
Asia: il neoplatonismo appunto esagera e va in direzione di un dualismo. È a mio avviso un errore, compiuto dagli gnostici, tra gli altri. Secondo Origene tutto l'Universo è stato redento dal sacrificio di Cristo, anche le stelle e i pianeti.
Se Dio, come credo, crea il mondo a partire da Se stesso, non vi possono essere parti "periture". Il problema principale è un problema di coscienza, e se la via di realizzazione è nell'Amore, dunque nell'unione con un altro essere, l'armonia con se stessi è certo utile, in quanto non si può fondare un rapporto sulla base di una disarmonia interna, ma non è sufficiente ed è anche in parte contraddittorio. Creare una totale armonia con se stessi significa stare bene anche da soli. L'idea dell'Amore è che vi può essere totale armonia solo nell'unione con un altro essere, polare e complementare.
Bonne journée et merci à toi
Asia e Gianrico, meravigliosi, per me leggervi è imparare, è pensare, è scoprire. Grazie:)
A chi lo dici Viola...buon mercoledì a tutti!
Posta un commento