Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 18 novembre 2011

Carolina di Savoia di Guido Gozzano

Michael Frederick Halliday*Spring flowers
Dopo un anno moriva quella che usciva sposa
da questa Reggia... Visse la vita d'una rosa:
un mattino! Bel fiore non sedicenne ancora
colto da mano ignota in sulla prima aurora!
"Principessa Maria Carolina Antonietta
di Savoia! Lo sposo da me scelto v'aspetta:
il Duca di Sassonia: Marcantonio Clemente."
...Così parlava il padre, il Re, solennemente.
- Cognata Carolina - le disse quel mattino -
giunto è l'ambasciatore di Sassonia a Torino!
Verso il promesso sposo tra poco te ne andrai!
- Verso il promesso sposo? Non l'ho veduto mai! -
- Ha visto il tuo ritratto, hai visto il suo: ti piace? -
- Mi piace? È un po' di tela dipinta, che tace...
Oh! sposerei ben meglio un umile artigiano
che il Duca di Sassonia - oimè - così lontano! -
- Un umile artigiano! Son miti le pretese! -
- Oh sposerei ben meglio un povero borghese!... -
- Un povero borghese! Cognata mia bizzosa!... -
E le adattava intanto la ghirlanda di sposa.
Le cameriere intente all'opra delicata
guardavano la bimba pensosa ed accorata.
- Duchessa di Sassonia! Se questo è il mio destino,
non rivedrò l'Italia, non rivedrò Torino!...
La Regina Maria, Re Vittorio Amedeo,
la Corte, il Clero, i Nobili aprivano il corteo.
Le carrozze di gala avanzavano lente
per Torino infiorata, tra la folla piangente.
- La Bela Carôlin (la folla la chiamava
così, familiarmente, la folla che l'amava!)
La Bela Carôlin ci lascia e va lontano!
Il Duca di Sassonia ha chiesto la sua mano!
L'Ambasciatore è giunto e se la porta via...
Nozze senza lo sposo! Oh! che malinconia! -
Malinconiche nozze ed allegrezze vane:
archi di fiori, canti, clangori di campane...
Mille mani plebee cercavano la stretta
della mano ducale, la mano prediletta...
- Ti segua il voto nostro! Ti benedica Iddio! -
Carolina piangeva a quel supremo addio.
La figlia dalla madre divisa fu - che pena! -
a viva forza, come si spezza una catena...
- Piangete cittadini, piangete il mio destino!
Non rivedrò mia madre, non rivedrò Torino!
Dopo un anno moriva quella che usciva sposa
da questa Reggia. Visse la vita d'una rosa:
un mattino! E si spense nel paese lontano
senza una mano amica nella piccola mano!
Oggi rivive. Il popolo che l'adorava tanto
la canta. E non è morto chi rivive nel canto!

4 commenti:

Rose ha detto...

Povera Bela Carôlin, soffocata dalle convenienze dello Stato. È tenero il modo in cui Guido la ricorda, e lo ringraziamo.
Qui il testo con la canzone popolare dedicata alla sfortunata principessa.

Un saluto affettuoso.

Francesca Vicedomini ha detto...

Non lo so nemmeno io perchè l'ho scelta, l'idea di questa poveretta strappata dalle braccia materne e spedita in un posto lontano in una corte tedesca, mi ha fatto stare male. Grazie per la traduzione in torinese Rose!

Rose ha detto...

È una storia brutta e ingiusta, come tutte le storie di costrizione e di interesse.
Cosa son capaci gli uomini di inventarsi e di escogitare a scapito della libertà femminile, Dio solo lo sa: qui uno dei tanti esempi.

Francesca Vicedomini ha detto...

..e al peggio non c'è mai fine...