Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 25 novembre 2011

Io che come un sonnambulo cammino di Camillo Sbarbaro

Jozsef Ripp-Rònai*1920
Io che come un sonnambulo cammino
per le mie trite vie quotidiane,
vedendoti dinanzi a me trasalgo.
Tu mi cammini innanzi lenta come
una regina.
Regolo il mio passo
io subito destato dal mio sonno
sul tuo ch'è come una sapiente musica.
E possibilità d'amore e gloria
mi s'affacciano al cuore e me lo gonfiano.
Pei riccioletti folli d'una nuca
per l'ala d'un cappello io posso ancora
alleggerirmi della mia tristezza.
Io sono ancora giovane, inesperto
col cuore pronto a tutte le follie.
Una luce si fa nel dormiveglia.
Tutto è sospeso come in un'attesa.
Non penso più. Sono contento e muto.
Batte il mio cuore al ritmo del tuo passo.

2 commenti:

Rose ha detto...

Ricorda vagamente Dante al cospetto della sua Bea che passa.
Mi piace questo essere contento e muto, sospeso e speranzoso, e i versi sono sciolti e scorrevoli. Chissà come è andata a finire.

Buon venerdino.

Francesca Vicedomini ha detto...

..come al solito con i poeti..in niente!
Buon inizio di we Rose!