Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 13 novembre 2011

Ire di cesari di Arthur Rimbaud

Pablo Picasso*Satiri e capre*1959
L’uomo pallido, va lungo aiuole fiorite,
Con il sigaro ai denti vestito di nero:
l’Uomo pallido ripensa ai fiori delle Tuileries
- E a volte l'occhio scialbo ha uno sguardo ardente…
Ebbro, è l'Imperatore, per i vent’anni d’orgia!
Si era detto: “Sulla Libertà voglio soffiare
Delicatamente, come su una candela!”
La libertà rivive! Lui si sente sfiancato!
Prigioniero. – Oh! quael nome sulle labbra mute
Trasale? Qual rimpianto implacabile lo morde?
Non lo sapremo. L’Imperatore ha l’occhio spento.
Ripensa forse al Compare occhialuto…Come
in quelle serate di Saint-Cloud, guarda filare
Dal sigaro acceso una nuvoletta azzurra.
Rages de Césars
L'Homme pâle, le long des pelouses fleuries,
Chemine, en habit noir, et le cigare aux dents :
L'Homme pâle repense aux fleurs des Tuileries
- Et parfois son oeil terne a des regards ardents...
Car l'Empereur est soûl de ses vingt ans d'orgie !
Il s'était dit : "Je vais souffler la Liberté
Bien délicatement, ainsi qu'une bougie ! 
La liberté revit ! Il se sent éreinté ! Il est pris. -
Oh ! quel nom sur ses lèvres muettes
Tressaille ? Quel regret implacable le mord ?
On ne le saura pas. L'Empereur a l'oeil mort.
Il repense peut-être au Compère en lunettes...
- Et regarde filer de son cigare en feu,
Comme aux soirs de Saint-Cloud, un fin nuage bleu.

3 commenti:

Elena Bibolotti ha detto...

Grazie Daniela! ;)

Rose ha detto...

Un Picasso del periodo rosa, credo... e anche se no, come può non essere rosa questo periodo, sia pure nella sua difficoltà?
Suoniamo con la capra e balliamo con il satiro (questo è un satiro perbene)!

Grazie a Francesca e a Rimbaud, che inquadra magistralmente la situazione.

Francesca Vicedomini ha detto...

il nostro era un satiretto patetico, e penosi sono quelli che gli gravitano intorno e ancora lo difendono...