Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 29 novembre 2010

Russia di Aleksandr Aleksandrovic Blok

Pyotr Subbotin Permyak/Voronezhskaya Baba/1912 
 Di nuovo, come negli anni d'oro
strisciano tre logore imbrache
e si impantano i raggi dipinti delle ruote
nei solchi delle strade sgangherate...
Russia, misera Russia,
per me le grigie tue isbe,
per me le tue canzoni al vento sono
come le prime lacrime d'amore!
Io non so compatirti,
e porto con prudenza la mia croce…
Cedi la tua bellezza brigantesca
allo stregone che più ti piace!
Che egli ti adeschi e ti inganni, -
non ti perderai, non perirai,
e solo l'apprensione annebbierà
le tue bellissime fattezze...
Ebbene? Per un affanno di più,
per una lacrima il fiume è più fangoso,
ma tu sei sempre la stessa: foreste e campi,
e fazzoletto rabescato fin sopra le ciglia...
E l'impossibile si fa possibile,
la lunga strada è lieve,
quando sfolgora nella tua lontananza
da un fazzoletto uno sguardo improvviso,
quando con pena di carcere echeggia
il sordo canto del postiglione!...
(1908)

2 commenti:

Rose ha detto...

Un'araba fenice... come l'Italia?

Ciao, cara Francesca!

Francesca Vicedomini ha detto...

Ciao Rose, ho sempre visto la Russia una grande terra romantica, niente a che vedere coi Gulag e le morti di Stato. Sono una sentimentale. Buona giornata mia cara!