Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 16 aprile 2011

Arie e follie d'uccelli di Arturo Onofri

Franz Dvorak/Angel of the birds/1910
Arie e follie d'uccelli senza briglia,
obbediscono a volo ai fili d'oro
d'invisibili orditi, ove il sonoro
verde dei prati e il cielo di giunchiglia
son la trama leggera
di questa primavera.
A nord, nelle metropoli di fumo,
fra nature smagrite, in paesaggi
aridi e senza gioia, aprili e maggi
nascono entro officine, in un rischiumo
di fiori, voli e canti,
che son miscugli urlanti.
Ma gli uccelli sbrigliati entro l'aprile,
sanno come scattar con voli d'oro
dai mille fili d'uomini al lavoro,
sparpagliando quell'opera febbrile
in primavere esenti,
sugli altri continenti.
(Vincere il drago!)

3 commenti:

Francesca Vicedomini ha detto...

Vi giunga il mio "Buon sabato"
con affetto.

Rose ha detto...

Sempre aperti al mondo, questi uccelli. Senza briglie, con il caos e l'armonia nelle loro esistenze paghe di essenziale.

Anche l'angelo del dipinto è incoraggiante.

Buon sabato a tutti.

E "vincere il drago", mi raccomando! ;)

asia ha detto...

I fili d'oro d'invisibili tessiture, si intrecciano ai miei capelli e mi tatuano la pelle. E' cosi che anche la pelle dell'anima sospira respirando. Senza l'essere umano, senza questa sofferenza, l'oro sarebbe di qualità inferiore...
ciao