a quanti, spossati dalle macchine,
si sono riversati per le strade,
a tutti,
alle schiene sfinite dalla terra
e che invocano una festa,
il primo maggio!
Al primo fra tutti i maggi
andiamo incontro, compagni,
con la voce affratellata nel canto.
E' mio il mondo con le sue primavere.
Sciogliti in sole, neve!
Io sono operaio,
è mio questo maggio!
Io sono contadino,
questo maggio è mio!
A tutti
A quelli che, scatenata l'ira delle trincee,
si sono appostati in agguati omicidi,
a tutti,
a quelli che dalle corazzate
sui fratelli
hanno puntato le torri coi cannoni,
il primo maggio!
Al primo fra tutti i maggi
andiamo incontro,
allacciando le mani disgiunte dalla guerra.
Taci, ululato del fucile!
Chètati, abbaiare della mitragliatrice!
Sono marinaio,
è mio questo maggio!
Sono soldato,
questo maggio è mio!
A tutte
le case,
le piazze,
le strade,
strette dall'inverno di ghiaccio,
a tutte
le fameliche
steppe,
alle foreste,
alle messi,
il primo maggio!
Salutate
il primo fra tutti i maggi
con una piena
di fertilità, di primavere,
di uomini!
Verde dei campi, canta!
Urlo delle sirene, innalzati!
Sono il ferro,
è mio questo maggio!
Sono la terra,
questo maggio è mio!
(1922)
11 commenti:
Dipingere la Vanità
Dipingere non delle vanità ma la Vanità. Vanità di tutto, della realtà, dell'uomo, dei suoi sogni, delle sue voglie, delle sue speranze, della pittura stessa. Vanità del gesto che traccia e che descrive una realtà già vuota in se stessa. Pittura, vanità di vanità.
In un gioco di riflessi, il supporto mostra l'inconsistenza dell'immagine e di ciò che essa rappresenta; l'immagine mostra il carattere impermanente, irreale, della materia - in apparenza solida - del supporto. Tutto scorre incessantemente, ogni cosa non sussiste che come memoria, sopravvivenza labile di questa realtà che la pittura, pur ri-presentandola, non riesce a trattenere. Ogni Bellezza è velata di malinconia, nella coscienza nascosta d'essere irrimediabilmente votata a scomparire. È così che per gli spiriti più profondi questa coscienza si muta in una ricerca incessante di ciò che è capace di resistere o di oltrepassare questa degradazione e l'opera distruttrice del tempo.
Buona giornata a tutti,
G.
Ieri sera ho rivisto "Il Gattopardo" di Visconti; oggi il blog di Francesca, con un Majakovskij vitale e battagliero, e Ardea con le sue intense riflessioni (un eco di Filippo Neri?): mi va più che bene. Grazie.
Il maggio italiano ha ancora bisogno di inverno.
Troppo onore Rose... solo farina del mio sacco. Sacchetto, per meglio dire...
Francesca, ci vorrebbe un ritratto con quella giacca rosa... (no non sono un piazzista :-) fa un po' XVIIIème...
Ardea, non è troppo onore!
Appoggio la proposta di ritratto: anche a me piace Francesca in giacca rosa-rossa!
Non mi sfidate, con le redingote potrei farvi impallidire ahahah, ne ho una settecentesca a coda di rondine, con gli alamari, bellissima (la mia debolezza...)
Vi voglio bene. Grazie!
..e grazie per tutto quello che scrivete, anche con fatica e impegno, qui.
A furor di popolo, vogliamo la redingote! È 'o popolo che 'o 'vvò! Scherzi a parte, ovemai ti pungesse vaghezza di farti fare un ritratto, mi offendo se non lo fai fare a me :-)
Grazie a te carissima...
Anch'io voto per la redingote!
Non scherzo, Francesca: è un capo arcielegante che sarei curiosissima di vedere, e sono sicura che tu la indossi con uno charme non comune!
Unisco alla raffinata richiesta di Ardea un coraccio da stadio, più consono al mio temperamento: Re-din-go-te! Re-din-go-te
Ah, mia nipote mi ha ripresa, redingote non si usa più dai tempi delle guerre puniche (parole testuali), oggi si chiama spolverino!
Se fate i bravi un bel giorno vi farò vedere la mia redingote (alla faccia della nipotina)
Gianrico, non avevo mai pensato a un ritratto, come puoi vedere, i ritratti sono tra i miei preferiti riguardo la pittura (e quelli femminili in particolare). Ti terrò presente! Siete molto cari.
Io lavoro nello stile del '600, sono in linea con la teminologia e con l'abito ;-)
Segnami tra i buoni sulla lavagna...
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