ella era e tutta bionda; su la nuca infantile
due ciocche avean que' caldi luccicori vermigli
che han le vergini antiche di Tadema; tra i cigli
lunghi li occhi avean l'iride verdognola, raggiante
di fini àcini d'oro. Da l'alta erba odorante
ella sorgeva eretta, come un vivente stelo.
Noi andavam pe 'l bosco. Sopra un fondo di cielo
aranciato i grandi alberi, dinanzi, ne 'l fogliame
prendean tinte metalliche, toni intensi di rame;
parean fusi ne 'l bronzo i tronchi, ma di sotto
a le scorze, passando, sentivamo interrotto
noi ascendere il brivido pugnante de le linfe
e il romper de le gemme noi sentivamo.
- O ninfe
amadrïadi, occulte ne le estreme radici,
non voi dunque cantaste su 'l passaggio li auspicî
a l'amore? -
Io guardavo Yella, muto: le acerbe
risa di lei, tra 'l vasto fluttuare de l'erbe
e 'l vento, sotto i dômi alti de la verdura,
squillavano. Ed a 'l riso le si schiudea la pura
chiostra de i denti, a 'l riso l'arco de la gengiva
quasi ferinamente rosso le si scopriva.
Io guardavo, fiutando voluttuosamente;
poi che il corpo di lei esalava un ardente
profumo, qual di frutto maturo; ed un'alena
tepida palpitava ne 'l bosco; e in ogni vena
a me correva l'aspro vin de la giovinezza...
Oh freschissime risa tintinnanti a la brezza
de 'l vespro, salutanti da 'l bel grembo selvaggio
di un bosco il morituro sol di calendimaggio!
3 commenti:
Buon sabato con un ampolloso D'Annunzio, ma un bel dì di maggio ci aiuta...
Evidentemente il Gabriele ce l'ha per vizio di passeggiare nei boschi con le fanciulle e di scriverci su le poesie.
Però mi è piaciuto: nella poesia, intendo, eh! ;)
Buon sabato maggiolino. Che aiuta davvero, cara Francesca!
Sempre il mitico D'Annunzio!
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