Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 19 maggio 2011

Maggio di Diego Valeri

Ettore Tito/Chioggia/1898
Ma mi dite che cos'ha
questa sera la piccola città?
Ma mi dite perché mai
questa saggia bottegaia
sempre grave e intesa al sodo,
fa la matta a questo modo?
Si direbbe che il profumo
della glicine e del tiglio
le abbia messo lo scompiglio
nel cervello.
Certamente io mai non vidi
il mio truce salumaio
stare in ozio
come adesso,
su la soglia del negozio
e sorridere a sè stesso
così gaio.
Certamente il calzolaio
non cantò mai come canta
questa sera,
delicato appassionato,
"e mia sposa sarà la mia bandiera..."
"Avvocato, buona sera!
Avvocato, come va?"
L'avvocato non fa caso
non mi vede, né mi sente,
e mi passa sotto il naso
fischiettando allegramente,
e rotando a mulinello
la sua mazza.
Nella piazza
è un tumulto di bambini
piccinini:
un concerto stonatello
di grilletti canterini
cui fa il basso la campana
del castello...
Ma mi dite, ma mi dite, che cos'ha
stasera questa pazza di città?

2 commenti:

Francesca Vicedomini ha detto...

Qualcuno di voi ha detto che maggio è il mese dell'attesa.
Davvero, stiamo tutti aspettando la "distesa estate, stagione dei densi climi..." per dirla con Cardarelli...buon giovedì a tutti!

Rose ha detto...

Cara Francesca, mi viene spontaneo, leggendo questa poesia che parla di piccole rinascite e di momenti di gioia, interpretarla come uno strascico gradito al clima che si respira in questi giorni di dopo-Milano!

Buon maggiovedì a tutti! E anch'io tra quelli che aspettano. :)